Nei giorni scorsi, il presidente della commissione antimafia Nicola Morra ha fatto visita al locale di viale Castagnola. «Le ultime notizie dell'amministrazione risalgono a marzo», spiega a MeridioNews il consigliere del M5s Graziano Bonaccorsi
Spazzatura, topi e blatte nel chiosco confiscato a Buda «Dopo cinque anni, è rimasto tra degrado e abbandono»
Tra i beni confiscati il 4 maggio del 2016 a Orazio Buda – considerato elemento di spicco del clan Cappello, in quanto ritenuto parte del gruppo dei Carrateddi, capeggiato da suo cugino, il boss Orazio Privitera – c’è anche un chiosco bar (con annesso centro scommesse) al civico numero 3 di viale Castagnola, nel quartiere Librino di Catania. «A cinque anni di distanza, il locale è rimasto aperto e in totale stato di abbandono», racconta a MeridioNews il consigliere comunale del Movimento 5 stelle Graziano Bonaccorsi che, nei giorni scorsi, è andato a fare un sopralluogo per accompagnare, insieme alla consigliera Valeria Diana e alla deputata Simona Suriano, il presidente della commissione nazionale antimafia Nicola Morra. Tra cumuli di rifiuti di ogni tipo, trovano rifugio anche topi, blatte e pulci. E qualcuno la utilizza anche per fare la pipì.
In questi anni, il bene è passato nelle mani dell’agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata che avrebbe poi dovuto deciderne la destinazione per la restituzione alla collettività. Il 9 gennaio scorso, è stato il consigliere Bonaccorsi a presentare una interrogazione a risposta scritta per chiedere informazioni in merito alle condizioni e ai tempi della messa in sicurezza della bottega. Nella risposta arrivata due mesi dopo, l’assessore ai beni confiscati Michele Cristaldi mette nero su bianco che «il Comune non risulta essere proprietario dell’immobile».
Nello stesso documento, però, viene precisato anche che l’amministrazione comunale ha già «manifestato la propria disponibilità all’acquisizione al patrimonio indisponibile di diversi beni immobili confiscati alla criminalità organizzata, tra cui anche quello in questione». In seguito, l’agenzia dei beni confiscati ha trasmesso il decreto di destinazione ma, «a causa del lockdown – scrive ancora Cristaldi – non si è potuto procedere alla materiale presa in consegna degli immobili». Dal quel momento, «sono passati altri quattro mesi e non c’è più stata nessuna novità – lamenta il consigliere Bonaccorsi – Intanto, il bene versa in condizioni di totale degrado». Durante il sopralluogo di qualche giorno fa, è stato il presidente della commissione nazionale antimafia Morra a proporre di «organizzare con i volontari e i cittadini una giornata di pulizia del locale e di chiedere al Comune l’impegno a farsi carico dei costi di conferimento in discarica della spazzatura».