Sparma vuota il sacco. E la politica siciliana trema…

di Francesco Vecchio 

Clamorose rivelazioni sarebbero emerse nella deposizione dell’ex assessore regionale, Gianmaria Sparma, come riporta il quotidiano www.livesicilia.it. Di scena, il ‘sistema’ costruito da Fausto Giacchetto, l’imprenditore di origini agrigentine diventato il numero uno dell comunicazione in Sicilia. Addirittura, Sparma avrebbe riferito fatti che non erano contestati nell’ordinanza di custodia cautelare. Ammettendo, peraltro, in toto il sistema, fatto di bustarelle, viaggi e nomine.

Ai magistrati che l’hanno interrogasto – il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e i sostituti Maurizio Agnello, Sergio Demontis, Pierangelo Padova, Gaetano Paci e Alessandro Picchi – Sparma ha ricostruito, a tappe, il suo impegno politico, culminato nel ruolo di governo. In primis, sarebbe stato l’ex assessore regionale della Giunta di Raffaele Lombardo, Luigi Gentile, altro arrestato in questa inchiesta, a proporgli di diventare dirigente generale del dipartimento regionale della Pesca. Da qui in poi, la grande scalata di Sparma: assessore regionale prima e vice capo di gabinetto del ministro dell’Ambiente poi. Il tutto sotto la regia di Giacchetto?

Sparma suppone di sì. I suoi rapporti con lo stesso Giacchetto, avrebbe ammesso Sparma, sarebbero stati, dapprima, di amicizia per poi trascendere in rapporti di convenienze e interessi personali. Sparma, di fronte agli inquirenti, avrebbe, poi, confermato i viaggi in Tunisia, in compagnia delle famiglie dello stesso Gentile e dell’onorevole Pippo Scalia (entrambi di Alleanza nazionale), nonché l’utilizzo della carta di credito Superflash. E, ancora, sarebbe stato soccorso da Fausto Giacchetto allorquando, in seguito ad una cartella esattoriale non restituita ad Equitalia, subì il blocco dello stipendio da assessore.

Ma, come detto prima, Sparma sarebbe andato persino oltre le contestazioni dell’accusa sui benefit, parlando di un fine settimana a Taormina nel 2009 presso l’hotel Atlantis Bay, in compagnia dell’allora parlamentare Pippo Scalia e moglie e della coppia formata da Tiziana Monterosso e dal marito. Sul nome della Monterosso ci sarebbe un errore: non si tratterebbe di Tiziana, bensì di Patrizia Monterosso, attualmente segretario generale della presidenza della Regione (il più alto burocrate dell’amministrazione regionale).

Su Giacchetto, Sparma non sarebbe andato proprio per il sottile, raccontando di come lo stesso imprenditore gli avesse chiesto informazioni su una gara poi rivelatasi in fase di definizione. Tale informazione Sparma l’avrebbe ricevuta dall’allora assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi.

Ma con Giacchetto non sempre tutto è andato per il verso giusto. Anzi. Tra i due sarebbero insorti disapori. Sarebbe stato l’onorevole Scalia, dopo quattro o cinque mesi, a sancire la pace tra Giacchetto e Sparma, dopo un rifiuto dell’ex assessore a intervenire per sanare le irregolarità della piscina del manager.

Infine, sarebbe stato proprio Sparma a riferire, periodicamente, a Giacchetto delle riunioni della Giunta che avrebbero potuto toccare direttamente gli interessi dell’imprenditore, soprattutto in tema di finanziamenti europei ed alla loro rimodulazione. Tutto per gratitudine di fronte alla sua generosità.

L’impressione che si ricava da queste rivelazioni è che la ‘Giacchetto-story’ sia solo all’inizio. Le sorprese, in un futuro non tropo lontano, non dovrebbero mancare.


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