Il primo cittadino, che il 24 gennaio ha ricevuto dalla prefettura il nuovo stop per i fatti legati alla condanna in primo grado per le spese pazze all'Ars, ritiene che l'interpretazione data al metodo di calcolo dei tempi sia errata
Sospensione da sindaco, Pogliese proporrà altro ricorso Legali: «Ministero degli Interni ha negato accesso ad atti»
Salvo Pogliese non ci sta e annuncia un nuovo ricorso contro la sospensione dalla carica di sindaco. La decisione arriva a poco più di una settimana dal nuovo stop sopraggiunto in relazione all’applicazione della legge Severino, dopo la condanna in primo grado per la vicenda delle spese pazze all’Ars da deputato. Pogliese ha reso noto la decisione tramite i propri legali, gli avvocati Claudio Milazzo ed Eugenio Marano.
«Il collegio giudicante del Tribunale etneo, dopo la Camera di consiglio seguita alla sentenza della Corte costituzionale sulla legge Severino, nel rigettare il ricorso del sindaco Pogliese – si legge in una nota – ha anche dichiarato inammissibile la richiesta del pm di comprendere i giorni in cui ha avuto effetto l’ordinanza di sospensione, venendo quindi il termine a cadere il 21 marzo 2023, poiché questo esula dal procedimento in questione». Per gli avvocati, sarebbe errata l’interpretazione che l’Avvocatura dello Stato ha dato al periodo in cui la sospensione dalla carica è stata congelata giudizialmente.
«Alla luce di tale circostanza e dell’acclarata necessità che a pronunciarsi sul merito della questione relativa alla piena riacquisizione in capo al sindaco del suo diritto di elettorato passivo sia il medesimo Tribunale in differente giudizio – continuano i legali – risalta il carattere assolutamente intempestivo, oltreché immotivato della nota prefettizia, allorchè ha affermato la necessità di ricalcolare i tempi della sospensione del sindaco. Al riguardo, si porta conoscenza che il ministero dell’Interno ha respinto l’istanza di accesso agli atti avanzata dal sindaco Pogliese per conoscere il contenuto del parere dell’avvocatura dello Stato, nonostante lo stesso – sottolineano i legali del primo cittadino – sia caratterizzato da un evidente interesse pubblico e che, pertanto, merita di essere portato a conoscenza dell’interessato ed, anzi, reso pubblico in conformità al principio di trasparenza e imparzialità».