Il presidente del collegio dei revisori dei conti nei Comuni siciliani potrebbe non essere più sorteggiato, ma scelto per nomina diretta. Questa l’ultima novità sfornata dalla commissione Affari istituzionali di palazzo dei Normanni, che sta lavorando sul disegno che dovrebbe ridisegnare la vita amministrativa degli enti locali. Nulla ancora è certo, visto che il Ddl dovrà poi passare l’esame dell’Aula, ma la norma votata a maggioranza in commissione apre lo spiraglio di nuove nomine facili e a questo, si è visto, la politica isolana è incredibilmente sensibile. A sollevare la questione è la deputata del Movimento 5 stelle Martina Ardizzone, che insieme ai colleghi Nuccio Di Paola e Angelo Cambiano rimanda la discussione a quando il Ddl approderà sui banchi dell’Assemblea. «Come volevasi dimostrare, la politica vince sul buon senso – dice – Il sorteggio era in vigore grazie a una norma del M5s ma oggi la destra reintroduce la matrice politica con logica di spartizione anche in questo ambito. Adesso daremo battaglia in Aula».
I pentastellati avevano ottenuto l’approvazione della scelta tramite sorteggio nel 2016. In quel caso, la normativa siciliana si era allineata a quella nazionale, che già dal 2012 prevedeva di affidare al caso il nome del presidente del collegio dei revisori nei Comuni. Una norma, quella nazionale, che è poi venuta a mancare nel 2020, abolita – ironia della sorte – dal primo governo guidato da Giuseppe Conte, targato dunque in un certo qual modo Movimento 5 stelle. Cancellazione che causò le rimostranze degli ordini a cui fanno capo i dottori commercialisti, che in diverse occasioni hanno fatto ricorso al tribunale amministrativo per contestare le nomine, che non sempre seguono la logica dei requisiti minimi richiesti.
«I partiti di destra hanno cambiato la norma in favore della logica di spartizione politica – dicono Ardizzone, Di Paola e Cambiano – La nostra battaglia politica prosegue adesso in Aula dove contiamo di avere i numeri per contrastare questa scellerata commistione tra controllore e controllato». Da parte della maggioranza, tuttavia, non arrivano repliche ufficiali, si tende anzi a minimizzare spostando l’attenzione più in generale sul Ddl, definito di importanza strategica per la Regione, spingendo perché arrivi in Aula al più presto. Sarebbe, tra l’altro, la prima riforma che approda sui banchi dell’Ars dopo più di un anno dalle ultime elezioni regionali.
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