Una carovana di aiuti per le famiglie della città del centro della Siria. Ribelli nei confronti del regime di Bashar al-Assad, sono isolate e sotto assedio da mesi. «Non possiamo stare inermi davanti a tutto questo», spiega l'organizzatrice della carovana. A mancare però sono i soldi per il viaggio
Siria, cibo e farmaci per le famiglie di Homs Una catanese guida la carovana di aiuti
Carovana per la Libertà. Si chiama così liniziativa che parte dalla Sicilia e si collega con altri centri dItalia per arrivare in Siria. «Si tratta di una raccolta di cibo, vestiti e farmaci con destinazione la città di Homs, da mesi sotto assedio e completamente isolata per essersi ribellata al regime di Bashar al-Assad», dice Nawal Soufi, lorganizzatrice. Ha deciso di aiutare le 800 famiglie della città del centro della Siria di comune accordo con dei reporter del luogo. Li contatta via web, tramite connessione satellitare. «Quella terrestre è stata staccata dal regime spiega Nawal e anche quella satellitare va a singhiozzo». Ed è infatti notizia di ieri che la Siria è isolata telematicamente. Nessuna possibilità di connessione ad internet.
Lei, marocchina che vive in Italia sin da quando era una bambina, forte della sua conoscenza della lingua araba e della voglia di aiutare in qualche modo il popolo siriano in guerra, li ha contattati fino a diventarne una referente allestero. «Ho tradotto moltissimi video di protesta e denunce contro il regime che cercano di diffondere tramite internet con Cham tv, per Al Jazeera e Al Arabia. Ci sono due, trecento morti al giorno non si può stare immobili davanti a tutto questo», afferma Nawal. Catania, Palermo, Bergamo, San Benedetto del Tronto e Como sono le città in cui alcuni attivisti per la causa stanno coordinando la raccolta da circa un mese.
Molto è stato accumulato in garage messi a disposizione di volontari, «anche se è sempre troppo poco rispetto a quello che servirebbe», dice lorganizzatrice. Ma cè un altro problema da affrontare: mancano i soldi per il viaggio. «Perché possano arrivare i materiali raccolti nel resto dItalia e perché si possa affittare un camion che arrivi in Turchia e pagare la dogana servono un sacco di soldi», spiega Nawal. «Spero che ci sia ancora tanta gente generosa che possa dare il suo contributo perché il camion parta il prima possibile e noi siamo ancora lontano dallavere una cifra accettabile», dichiara.
La carovana che parte dallItalia, comunque, non arriverà fino in Siria. Ci sarà un passaggio di consegne con i reporter con cui è in contatto litalo-marocchina al confine con la Turchia. «Ci incontreremo nella città di Idleb perché entrare in Siria è troppo pericoloso», dice Nawal.
Per sostenere la Carovana cè una scheda poste pay il cui numero è 4023600636042675.
[Foto di Carovana per la libertà]