L’«impostora» che si finge cugina di Paolo Borsellino: tra le foto perse nei traslochi e le richieste di finanziamento

«Se dici una bugia abbastanza grande e continui a ripeterla, le persone finiranno per crederci». La frase – falsa anch’essa – attribuita al ministro della Propaganda del Terzo Reich Joseph Goebbels spiega bene quello che è successo a Siracusa. Dove, qualche anno fa, una signora ottantenne ha rivelato un segreto che si era tenuta dentro per una vita intera: lei, Giuseppa Borsellino, è la cugina di primo grado di Paolo Borsellino. Per anni, seguono inviti, commozione e riconoscimenti. Senza domande. Ma adesso a sbugiardarla, è stato il vero fratello del giudice ucciso dalla mafia, Salvatore Borsellino. «Questa signora dice di essere figlia di Francesco, fratello di nostro padre Diego. Ma noi non abbiamo nessuno zio di nome Francesco (gli unici fratelli sono Gioacchino, detto Gino, e Domenico, detto Mimì, poi c’era una sorella – Angelica – morta molto giovane, ndr)». Eppure nessuno se n’era mai accorto: non la società civile, né le forze dell’ordine e nemmeno le istituzioni che la incontravano. Con la politica che anzi sembra aver cavalcato l’onda. E neanche, a dirla tutta, i media che si sono occupati di raccontare la sua storia. Tra onorificenze e pure richieste di finanziamenti.

La genesi di «un’impostora»

Classe 1940, Giuseppa Borsellino arriva a Siracusa intorno all’età di 15 anni. Figlia di un carabiniere, sposa un ufficiale della marina Salvo Veneziano. Una vita da commerciante in città vissuta sempre sotto copertura del cognome del marito. Fino a quando, tutto cambia. La storia della cuginanza viene fuori per la prima volta il 5 gennaio del 2020, con un trafiletto sulle pagine locali del giornale La Sicilia. Nel pezzo si parla di «un segreto rivelato a un giovane vicino di casa». Lui è Rosario Dell’Arte, chimico ed ex consigliere di circoscrizione a Grottasanta, quartiere di Siracusa. Come la signora Giuseppa, il figlio Marco e un cagnolino, anche lui abita in via Servi di Maria. È a lui che l’anziana racconta di suo padre carabiniere, fratello dell’uomo che avrebbe poi dato i natali al più noto Borsellino della famiglia. Tutti originari di Cattolica Eraclea, nell’Agrigentino.

«È falso: mio padre, così come mia madre, era farmacista e la mia famiglia è sì originaria della provincia di Agrigento, ma di Castrofilippo», puntualizza Salvatore Borsellino. «La signora è un’impostora – conclude – Sotto questa sua falsa veste di familiare stretta di Paolo, colleziona attestati di benemerenza. E non capisco come il Comune di Siracusa possa avallare tale inganno». Un inganno in cui sarebbero caduti in molti.

«Quando mi disse che Paolo Borsellino era suo cugino, ho subito pensato che i siracusani dovessero saperlo – racconta a MeridioNews il vicino di casa, il primo a cadere nella rete – Apprendere ora che è tutto falso mi amareggia. Sono arrabbiato – aggiunge l’uomo, che assicura di essere sempre stato in buona fede, anche quando dall’anziana ha ricevuto un attestato di riconoscimento – Mi sento truffato e preso in giro: ogni volta che vedevo lei, vedevo Paolo Borsellino». Una visione che ora è svanita, lasciando il posto a campanelli d’allarme che all’epoca, non avevano suonato. «Quando le ho chiesto se avesse delle foto con lui, anche da bambini – ricorda Dell’Arte – mi ha risposto di no perché si erano smarrite nel trasferimento».

La «rappresentante della legalità»

«Sventurata la terra che ha bisogno di eroi», è la citazione più conosciuta dell’opera teatrale di Bertolt Brecht Vita di Galileo. Tra i personaggi di questa vicenda, uno dei più sventurati è Damiano De Simone. Ex presidente della consulta civica di Siracusa, oggi consigliere comunale, della signora Giuseppa Borsellino ha fatto un’icona di legalità. Tanto da volerla accanto durante l’ultima campagna elettorale, davanti al cartellone di Fratelli d’Italia e la gigantografia di Giorgia Meloni, in posa per le foto con il santino elettorale in mano. «Sicuramente – ammette De Simone al nostro giornale – ho romanzato il sangue della legalità pensando che una testimonianza come la sua potesse certificare bene il nostro lavoro. Era diventata il nostro idolo, tanto che l’abbiamo pure nominata rappresentante della legalità della consulta civica».

Nel luglio del 2021 sono diverse tv locali a dedicare alla signora Giuseppa un intero servizio che inizia con De Simone che le porta a casa un mazzo di fiori. Ormai tanto vicini, che il politico inizia a chiamarla «zia». Niente di strano, in una vicenda tutta giocata sulle finte parentele. Che la signora Giuseppa fosse prima cugina di Paolo Borsellino, De Simone dice di averlo saputo dal figlio della donna, Marco. «Lo conosco da tempo, ma solo due anni fa mi ha rivelato questa cosa – racconta – Con il senno di poi, dico che abbiamo peccato di superficialità e buona fede. Oggi mi fa rabbia venire a sapere che ha ingannato tutti pretendendo benefici e visibilità. Di recente – sostiene il consigliere – mi è giunta voce che sarebbero anche andati in giro a chiedere finanziamenti per la realizzazione di un documentario sulla legalità».

Una finzione reale

«Poeta e attore teatrale a livello internazionale». È così che, in alcune pagine di cronaca locale, viene descritto Marco Veneziano, il figlio della signora Giuseppa Borsellino. Con la foto del suo famoso finto cugino in copertina, a febbraio l’uomo ha organizzato a Noto anche una convention sulla legalità. Incontro che avrebbe dovuto essere esportato in varie parti d’Italia, con tanto di poesie e musiche dedicate al magistrato. Presenti in sala Gagliardi, nel palazzo del municipio, il sindaco Corrado Figura, il vicesindaco Salvo Veneziano, il vicequestore e anche una rappresentante della Direzione investigativa antimafia.

Sette mesi dopo, sarà una delegazione del Comune di Siracusa a rendere omaggio alla signora Giuseppa direttamente in casa sua. C’è il primo cittadino Francesco Italia, il suo vice Edy Bandiera, l’immancabile De Simone e anche Valentino di Ieso, il presidente della sezione locale dell’associazione nazionale carabinieri di cui sia la signora che il figlio sono soci. Un evento seguito dalle telecamere. «Sono stato invitato ad andare da questa signora – risponde il sindaco Italia a MeridioNews – che aveva il piacere di riceverci in casa sua». Un’abitazione piena di articoli di giornale e foto di Paolo Borsellino. Ma nemmeno una dei due finti cugini insieme. Un dettaglio che non è bastato a insospettire nessuno dei protagonisti di questa vicenda. «Non ho chiesto l’albero genealogico – aggiunge il primo cittadino – ma mai avrei potuto pensare a una farsa del genere».


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