Otto mesi fa avevano ricevuto un commento negativo, di chi lamentava il disagio dovuto al «servizio ai tavoli svolto da uomini di colore». Nei giorni scorsi i titolari Pomo sono stati premiati dall'UNCHR proprio per aver ospitato beneficiari di protezione internazionale, attraverso tirocini e stage formativi
Sikulo, il ristorante premiato dall’Onu per l’integrazione «Orgogliosi, specie dopo recensione razzista di agosto»
Lo scorso agosto avevano ricevuto una recensione razzista, e a distanza di otto mesi vengono premiati dall’Onu. È la parabola dei gestori di Sikulo, il bistrot gastronomico che opera nel quartiere Malaspina dal luglio 2011. Il riconoscimento è arrivato da parte dell‘Unhcr, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, che ha assegnato al locale palermitano il premio Welcome working for refugee integration, per le attività in favore dei processi di integrazione per i rifugiati.
Il progetto, sostenuto da Ministero del Lavoro, Ministero degli Interni e Confindustria, prevede l’affissione di un logo che viene assegnato annualmente alle imprese che, in base alle proprie possibilità, si distinguono per aver effettuato nuove assunzioni di beneficiari di protezione internazionale o comunque favoriscono il loro concreto inserimento lavorativo e sociale. È proprio il caso di Sikulo, dove su su 27 lavoratori sono una decina quelli stranieri.
«Si mangia bene, sono gentili ed efficienti, la pizza è buona ma a me il servizio ai tavoli svolto da uomini di colore non piace» aveva scritto pochi mesi fa un anonimo cliente (poi comunque individuato). Inoltre la Pomo srl – che gestisce il ristorante Sikulo – tramite il Consorzio Sol.co ospita regolarmente beneficiari di protezione per svolgere dei tirocini formativi. Nel 2016 e nel 2017 alcune di queste formule sono state convertite in contratti di lavoro.
«Siamo orgogliosi di ricevere il riconoscimento dell’Onu, soprattutto alla luce di quanto successo la scorsa estate – dice Mauro Pomo, che insieme al cugino Massimo gestisce il bistrot -. Ad agosto sul web siamo stati oggetto di spiacevoli commenti xenofobi che abbiamo voluto rinnegare con forza. È impensabile che oggi si possano fare recensioni negative perché il personale è straniero e per questo abbiamo fatto una segnalazione indignandoci dell’accaduto».
Sikulo non è l’unica azienda siciliana che esporrà il logo dell’Onu. Entrano a far parte della rete Unchr anche Tarallucci e Vino, che opera anch’essa nel capoluogo siciliano, Le 5 botti di Santa Venerina e la concessionaria auto Cisauto Service di Catania. In tutto sono oltre 50 le aziende italiane premiate quest’anno, «con l’auspicio che – si legge sul sito dell’agenzia – gli interventi per l’inclusione dei rifugiati possano costituire un nuovo orizzonte dell’attività sociale delle aziende e che i rifugiati, con le loro competenze ed i loro saperi, possano rappresentare una risorsa per le nostre economie».