«No alla guerra. Stop ai bombardamenti in Siria». A riassumere il senso della manifestazione di oggi pomeriggio a Sigonella, indetta dal movimento No Muos, ci pensano le poche parole scritte a caratteri cubitali sullo striscione che apre il corteo. Secondo le forze dell’ordine, sono circa duecento i manifestanti, appartenenti a diverse realtà sociali e politiche, che sfilano con le mani alzate in aria «per chiedere che vengano fermati tutti i massacri in atto in Medioriente».
Qualche attimo di tensione e un faccia a faccia con i poliziotti quando il corteo si avvicina al cancello d’ingresso della base Nato. «Siamo qui – dice a MeridioNews Alfonso Di Stefano, componente del comitato No Muos/No Sigonella che ha organizzato la manifestazione – per denunciare i crescenti preparativi di guerra e per batterci affinché venga bloccata la complicità dell’Italia che mette a disposizione le basi per questi attacchi». Le forze armate di Francia, Usa e Gran Bretagna nei giorni scorsi hanno attaccato la Siria «e questo sta facendo degenerare un conflitto già esplosivo in tutto il Medioriente».
«La Sicilia – dicono dal comitato di base No Muos/No Sigonella – ha un ruolo centrale a partire da Sigonella, dove stazionano e decollano i pattugliatori Poseidon, i droni-spia Global Hawk, i droni armati di missili Predator. La nostra Isola è diventata un avamposto anche con il porto nucleare di Augusta, l’aeroporto di Pantelleria e i radar di Lampedusa a Niscemi. Inoltre – aggiungono – dal 24 aprile al 25 maggio l’aeroporto catanese di Fontanarossa subirà limitazioni dei voli per dare priorità agli interventi militari».
A guidare i passi dei manifestanti sono i principi fondamentali della Costituzione che vengono richiamati a più riprese anche durante il corteo. «Vogliamo che venga rispettato fino in fondo il dettato costituzionale che ripudia la guerra ma che, invece, troppo spesso viene calpestato. A dirla tutta – continua Di Stefano – noi vorremmo che Sigonella venisse completamente smilitarizzata».
Giovani e adulti, uomini e donne. Ognuno con la bandiera che meglio rappresenta i propri ideali. «Non potevamo restare inerti di fronte a quegli attacchi – dice Damiano Cucè, portavoce di Potere al popolo di Catania e attivista della Comunità resistente piazzetta – Siamo qui per esprimere il nostro dissenso nei confronti di questa guerra imprevista e ingiustificata e della presenza delle basi statunitensi in Sicilia. Noi, anzi, siamo per il totale disarmo e per la fuoriuscita dell’Italia dalla Nato e della Nato dall’Italia. Sarebbe più giusto che le inutili spese militari venissero riconvertite per investimenti sociali in modo da poter offrire a tutti i cittadini servizi dignitosi e per garantire il rispetto dei diritti di ognuno».
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