Anche l’aeroporto militare di Sigonella sarà a disposizione per far fronte alla situazione di emergenza dovuta alle conseguenze dell’incendio di domenica sera allo scalo di Fontanarossa di Catania. Una telefonata tra il presidente della Regione Renato Schifani e il ministro della Difesa Guido Crosetto. A chiamare è stato il governatore dell’Isola per chiedere al componente […]
Incendio aeroporto Catania, Schifani: «Ok da ministro a usare Sigonella per l’emergenza»
Anche l’aeroporto militare di Sigonella sarà a disposizione per far fronte alla situazione di emergenza dovuta alle conseguenze dell’incendio di domenica sera allo scalo di Fontanarossa di Catania. Una telefonata tra il presidente della Regione Renato Schifani e il ministro della Difesa Guido Crosetto. A chiamare è stato il governatore dell’Isola per chiedere al componente del governo di Giorgia Meloni «la possibilità dell’utilizzo dello scalo dell’aeroporto militare di Sigonella, dopo avere rappresentato il grave stato di criticità in cui si trova il sistema aeroportuale siciliano a seguito della ridottissima attività dello scalo di Fontanarossa». Così spiega in una nota Schifani che comunica anche la risposta affermativa ricevuta dal ministro Crosetto. «Dopo le dovute consultazioni, mi ha informato sulla possibilità dell’utilizzo dello scalo militare, come già avvenuto in una precedente situazione di inagibilità dell’aeroporto di Catania, a causa della pioggia di polvere vulcanica».
Mentre vanno avanti i sopralluoghi da parte dei tecnici specializzati dei vigili del fuoco e le indagini della procura che ha aperto un’inchiesta, il terminal A dell’aeroporto resterà chiuso almeno fino a martedì 25 luglio. Il procuratore Carmelo Zuccaro, però, ieri ha chiarito che la chiusura dello scalo etneo non dipende dal sequestro. Ieri, la società Gesap – che gestisce l’aeroporto di Palermo – aveva annunciato di sospendere la propria disponibilità, almeno da venerdì a domenica, per i voli dirottati da Catania. Una decisione che era stata criticata dal presidente Schifani e su cui poi è intervenuto l’Enac (l’ente nazionale per l’aviazione civile) bacchettando Gesap e rivendicando il proprio ruolo di autorità nel «determinare la capacità degli aeroporti siciliani a supporto dell’operatività di Catania».