Ieri mattina gli uomini della capitaneria di porto etnea hanno chiuso una delle strutture preferite dai bagnanti di Acireale e non solo per presunte difformità rispetto al progetto. Nessun problema di sicurezza secondo l'amministrazione acese, ma intorno alle 12 un centinaio di persone arrabbiate e vocianti sono state invitate a lasciare il solarium. «Voglio capire che tipo di attività preventive di controllo siano state effettuate», dice il primo cittadino Nino Garozzo. Che si augura la riapertura al più presto. Guarda i video
Sigilli al solarium di Santa Maria La Scala Il sindaco: «Le verifiche vanno fatte prima»
Un’ordinaria giornata al mare interrotta da sequestri, multe e sgomberi. A stagione inoltrata, questa sembra essere ormai la normalità per i bagnanti del litorale etneo. Dopo il crollo di un solarium a Riposto e le sanzioni a due noti locali in riva al mare di Acicastello, ieri mattina è toccato al solarium Bora bora di Santa Maria La Scala, frazione di Acireale. Dove, intorno alle 12, gli uomini della capitaneria di porto hanno posto i sigilli per presunte difformità rispetto al progetto e invitato i bagnanti a lasciare la struttura. Almeno un centinaio di persone, ricostruiscono dal Comune acese, per lo più arrabbiate con le autorità per l’interruzione della tintarella in uno dei luoghi preferiti della costa etnea. «Non sono cose che si fanno a quest’ora – così una signora riprende un militare della capitaneria di porto, attorniato da una folla vociante e arrabbiata, nei video inviati a CTzen da una lettrice – Dovevate venire alle sei del mattino, non a mezzogiorno».
Mentre la voce corre presto tra i bagnanti, cominciano a spuntare i sigilli. «Voglio capire come mai questi rilievi vengano fuori adesso e non prima», commenta amareggiato poche ore dopo Nino Garozzo, sindaco di Acireale. Il solarium è infatti aperto da almeno quattro settimane. La licenza comunale è affidata a un privato, sotto il controllo e le necessarie autorizzazioni della stessa amministrazione, ed è proprio agli uffici comunali addetti, così come alla capitaneria di porto, che il sindaco rivolge il suo richiamo: «Voglio capire che tipo di attività preventive di controllo siano state effettuate dall’assessorato, fermo restando le responsabilità del privato – spiega il primo cittadino acese – Certo, crea qualche perplessità il fatto che professionisti prima collaudino opere ma poi dichiarano che intendono revocarle».
Il riferimento è a un piccolo giallo che ruota intorno alla vicenda: la presunta intenzione di ritirare il certificato di collaudo da parte dello stesso professionista privato che l’ha eseguito, incaricato dalla ditta che ha in gestione la struttura comunale. Una decisione forse alla base dell’intervento di oggi della capitaneria di porto. «Vedremo cosa succederà, ma sembra che non ci fossero problemi di sicurezza – rassicurano dal Comune di Acireale – Le difformità riscontrate dovrebbero riguardare piccole cose, come le scalette e le tavole di legno poste non a un metro di distanza ma a un metro e dieci». «Difformità che forse potevano essere sanate con un semplice controllo», concludono dall’amministrazione acese, che si augura di poter riaprire al più presto.
[Foto e video di Silvia Lo Re]