Un percorso di 437 chilometri da occidente a oriente alla scoperta di una Sicilia poco conosciuta. L'idea di Giovanni Guarneri ha subito riscosso un grande successo. «In questi borghi la gente non vede l'ora di accoglierti», racconta a MeridioNews
Sicily Divide, l’avventura in bici da Trapani a Catania «Nuova sfida di trasformare il cicloturismo in risorsa»
Dividere la Sicilia in due. Da occidente a oriente, lungo un percorso di 437 chilometri. Partenza da Trapani e arrivo nella cornice di piazza Duomo, a Catania. In mezzo un’isola poco conosciuta e dalle caratteristiche uniche, fatta di borghi, paesaggi mozzafiato e ospitalità genuina. Sembra un libro dei sogni ma per sfogliarlo basta partecipare al Sicily Divide. L’avventura cicloturistica, gratuita, pensata da Giovanni Guarneri, palermitano, appassionato di ciclismo e tour operator specializzato nei viaggi in sella alle due ruote. «L’idea si è concretizzata a marzo, in pieno lockdown – racconta Guarneri a MeridioNews – Il Covid sostanzialmente ci ha aiutati per mettere insieme il materiale raccolto e sistemare il sito web».
Dietro
Sicily Divide c’è l’esperienza già rodata di altri percorsi destinati al cicloturismo. «Iniziative che proponiamo con l’associazione Ciclabili Siciliane ma che si muovono lungo le aree costiere – continua Guarneri – Ecco perché abbiamo immaginato un nuova sfida in grado di trasformare il cicloturismo in risorsa. L’itinerario è cucito attraverso 48 borghi, tutti con caratteristiche uniche e alcuni dei quali abbandonati». Nella prima parte dell’itinerario c’è tutta l’area devastata dal terremoto del Belice del 1968. C’è poi la tappa di Sambuca di Sicilia, borgo dei borghi nel 2016. «Attraverso la ferrovia abbandonata, lunga circa 25 chilometri, – continua – si arriva a Burgio, sempre in provincia di Agrigento».
Durante il percorso – è consigliabile suddividerlo in
sette tappe – è fondamentale il cosiddetto Divider’s pass. Cioè un libretto di circa 20 pagine con una parte riservata alle timbrature da effettuare in alcuni punti fisici individuati come checkpoint del percorso. «Abbiamo fatto una selezione optando per i bar centrali o con una posizione privilegiata – spiega Guarneri – a Sambuca di Sicilia si trova vicino al lumacone nella piazza centrale. Chi passa tutti i checkpoint ottiene un brevetto, che non è sportivo. Si tratta di un attestato per complimentarsi con chi ha contribuito al benessere di questi borghi». E per chi affronta questa avventura anche la possibilità di dormire in alcune strutture convenzionate.
Tra coloro che si sono cimentati nel percorso c’è
Gianluca Ricceri, partito da Trapani il 22 giugno insieme a tre amici catanesi. «La zona del Trapanese è stata una scoperta incredibile – spiega Ricceri a MeridioNews – una sorta di mini-Chianti. Tra le cose che ho notato, lontano dai grossi centri, è l’ospitalità di altri tempi. La gente è aperta, non vede l’ora di accoglierti e darti una mano quando possibile e poi i paesaggi sono fantastici». Il progetto, senza scopi di lucro, contrariamente a quanto può sembrare non è studiato in via prioritaria per i ciclisti stranieri. «Intanto vogliamo consolidare l’itinerario con un occhio ai siciliani – continua l’ideatore – Anche se tanti ci scrivono da Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna». Nonostante il caldo di questi giorni ci sono due persone impegnate lungo il percorso mentre oggi è fissata la partenza di due ragazzi, uno di Berlino e l’altro di Catania.
Si ringrazia Gianluca Ricceri per le foto e il video