Sicilia: perché non diventiamo un Lander tedesco?

Egregio direttore,

il vostro sforzo di ‘de-ascarizzare’ la politica siciliana è encomiabile. Tuttavia, tra Fiscal Compact, Mes, finanza ladra e banche fallite che, come voi giustamente scrivete stamattina, debbono derubare i popoli europei per ripianare i ‘buchi’ provocati dai titoli tossici che hanno ‘inghiottito’ nel 2008 non vedo molte speranze. Anche la mozione che oggi l’Ars discuterà e approverà servirà a poco, perché il Governo Letta non restituirà mai i soldi che lo Stato ha rubato alla Sicilia con la mancata applicazione dell’articolo 37 dello Statuto.

Da qui la mia proposta: considerato che, ormai, come negli anni ’30 del secolo passato, in Europa comandano i tedeschi, perché non chiedere alla Merkel di inserire la Sicilia tra i Lander della Germania? Ci possiamo giocare benissimo la carta di Federico II di Hohenstaufen. I tedeschi, se la cosa gliela presentiamo bene, con il Palazzo Reale di Palermo, il Grand Tour e altre cose ancora ci prendono.

Una volta che la Sicilia è diventata un Lander tedesco, mi creda, siamo tutti dentro. Altro che scippi di 800 milioni di euro come ha fatto il Governo nazionale! Ai tedeschi, tra l’altro, piace l’Autonomia, visto che, da loro, la Baviera è uno Stato a sé.

Via, lanciamo la proposta con il suo giornale. Se ha amici e amiche che scrivono in tedesco li contatti e faccia tradurre questa lettera. Mi creda: se i tedeschi si innamorano dell’idea è fatta.

Una lettrice appassionata di LinkSicilia

Cara lettrice, la sua idea è molto interessante. Scrollarci di dosso l’ultima dominazione, quella italiana – che è forse la peggiore della millenaria storia della Sicilia – sarebbe bellissimo. Tuttavia abbiamo un dubbio che riassumiamo in una domanda: lei è proprio sicura che ci prenderebbero?

Forse all’inizio i tedeschi guarderebbero con favore a questo progetto. Noi siamo sicuri che, in meno di un mese, piazzerebbero a Termini Imerese la Bmw. Però, poi, piano piano, si accorgerebbero di tutti i ‘mostri’ creati dalla politica siciliana. Faccio alcuni esempi.

In Germania la pubblica amministrazione è una cosa seria. Funziona. Lì la trasparenza amministrativa, la ‘velocizzazione’ della spesa pubblica non sono concetti enunciati dai politici tanto per dire minchiate: lì sono cose serie.

Che fa, glielo va a dire lei, ai tedeschi, che alla Regione siciliana c’è la dirigenza di ‘terza’ fascia’? Glielo va a dire lei che ci sono 2 mila dirigenti circa e altri 500 che aspettano la ‘promozione’ a dirigenti? E come pensa che reagirebbero
quando scoprirebbero che la metà di questi dirigenti non dirige una mazza?

Che fa, glielo va a dire lei che ci sono i precari? Secondo lei i tedeschi, che sono tipi ‘precisini’, a tipo orologio di Kant, tutti attaccati cu ‘i spinguli’ – come direbbero a Sciacca – capirebbero il significato della parola “precario”?

Se lo immagina i tedeschi che arrivano in Sicilia convinti di avere un nuovo Lander e vengono presi d’assalto da 100 mila precari che vogliono essere ‘stabilizzati’? Glielo spiega lei alla Merkel che cosa significa ‘stabilizzazione’?

Se l’immagina lei i tedeschi che arrivano negli uffici dell’assessorato regionale all’Agricoltura – che oggi si chiama assessorato alle Risorse agricole – e scoprono che una parte dei fondi pubblici di questa branca dell’amministrazione finiscono nelle tasche dei figli e dei parenti dei politici e degli alti burocrati?

Se lo immagina lei un tedesco che parla con i trattoristi dell’Esa che non hanno mai visto un trattore nemmeno in fotografia? E che cosa farebbero i tedeschi una volta scoperto che i Consorzi di bonifica siciliani, negli ultimi 50 anni, non hanno bonificato nulla e hanno comunque un sacco di personale?

Che fa, glielo va a dire lei, ai tedeschi, che quasi tutte le società private che operano nella formazione professionale fanno capo a politici o a parenti di politici?

E che cosa direbbero i tedeschi quando scoprirebbero che i ‘progetti’ per promuovere l’immagine della Sicilia e delle imprese siciliane nel mondo non sono altro che viaggi organizzati per andare a femmine?

Che fa, glielo dice che nella sanità pubblica siciliana, mentre si chiudono i Punti nascita per ‘risparmiare’, quasi tutte le forniture di materiale sanitario vengono gestite con gare d’appalto ‘addomesticate’, dove vincono quasi sempre le stesse ditte, per la gioia dei politici che si fanno i ‘bagni’?

E cosa pensa che direbbero, i tedeschi, appena scoprirebbero che gli industriali siciliani, invece di cimentarsi con il manifatturiero e, in generale, con le attività industriali, si cimentano ca’ munnizza, alleggerendo le ‘casse’ dei Comuni?

Che fa, glielo va a dire lei che qui in Sicilia il presidente della Regione e il presidente dell’Ars gestiscono centinanti di migliaia di euro di fondi riservati – soldi rigorosamente pubblici – senza alcun controllo?

Che fa, glielo va a dire lei che girano per i Comuni affaristi che propongono ai Sindaci mirabolanti affarti con le energie alternative senza criteri e senza regole?

Che fa, glielo va a dire lei, ai tedeschi, che pur essendoci una legge regionale – la numero 78 del 1976 – che ha introdotto il divieto assoluto di edificazione entro i 150 metri dalla battigia, qui se ne sono fottuti, hanno costruito dove hanno voluto, pure sulle palafitte, in attesa di una sanatoria che interessa soprattutto alla mafia?

Che fa, glielo va a dire lei che a Niscemi dobbiamo mettere il Muos perché lo vogliono gli americani. Già tedeschi e americani non si sono mai ‘presi’. A lei ci pare che i tedeschi sono come Prodi, Berlusconi e ‘Gnazio La Russa che dicono: “Il Muos in Sicilia? Ma sì, accomodatevi pure, tanto quelle bestie di siciliani dei coloni sono! I tedeschi attaccherebbero una turilla sul Muos che nemmeno il gruppo di Bilderberg riuscirebbe a sedare. La terza guerra mondiale, scoppierebbe!

Egregia lettrice, appena i tedeschi si accorgerebbero di tutte queste cose e di altre cose ancora restituirebbero la Sicilia all’Italia e chiederebbero i dammi. Altro che Lander tedesco!

 

 

 


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