In Sicilia la proposta di sostituire i libri di scuola coi tablet. «Se il problema è lo zaino pesante, si pensi alle mense»

«È fatto obbligo per le scuole secondarie di primo grado e le scuole secondarie di secondo grado l’uso del tablet come sostituto dei libri di testo». Recita così il testo di un disegno di legge presentato all’Ars dal deputato regionale di Fratelli d’Italia Carlo Auteri. I dispositivi elettronici, dunque, dovrebbero sostituire del tutto i libri. Questa, nelle intenzioni del deputato di Sortino (cittadina in provincia di Siracusa), dovrebbe essere la soluzione al problema degli zaini troppo pesanti che studenti e studentesse sarebbero costretti a portare sulle spalle ogni giorno «con conseguenti disturbi alla colonna vertebrale», come si legge nel testo del ddl già presentato all’assemblea regionale siciliana da sottoporre all’assessore all’Istruzione Girolamo Turano. «Se davvero il problema è il peso che i ragazzi e le ragazze devono portare sulle spalle – commenta a MeridioNews Maurizio Franzò, il presidente regionale dell’associazione presidi – allora, io credo che si potrebbe pensare ad altre formule. Per esempio, dividere i libri in dispense meno voluminose oppure lasciarli sotto il banco quando non servono per studiare a casa. La soluzione migliore, a nostro parere – suggerisce Franzò – sarebbe fare in modo che gli studenti e le studentesse possano rimanere a scuola con l’orario continuato per non dovere tornare a casa per pranzo e passare poi il pomeriggio a fare i compiti per casa».

Una soluzione che, però, per essere messa in pratica in Sicilia, avrebbe ancora bisogno di diversi miglioramenti. «Il principale punto di criticità – analizza il presidente regionale dell’associazione presidi al nostro giornale – è il servizio delle mense scolastiche che non viene erogato nella maggior parte degli istituti. Questo costringe a ridurre il tempo della scuola solo alla mattina. Altro problema – aggiunge – è quello legato ai mezzi di trasporto e poi anche alla strutture dei plessi scolastici troppo spesso inadeguate». Insomma, quello di alleggerire lo zaino sembra essere solo la punta dell’iceberg. «Se all’Ars si iniziasse a occuparsi di queste questioni, prima di ogni alta cosa – puntualizza Franzò – il problema sarebbe risolto perché i ragazzi e le ragazze potrebbero tranquillamente lasciare i libri a scuola per ritrovarli già lì l’indomani». E, invece, la proposta è quella di abolirli totalmente a favore di schermi piatti e leggeri da poter portare in classe in una borsetta. «L’uso della tecnologia a scuola può rappresentare un punto importante per lo sviluppo educativo e fisico dello studente», viene messo nero su bianco nel disegno di legge che prevede anche un altro fine: «Quello ecosostenibile. Infatti, comporterà una sostanziale riduzione dell’uso della carta e dei libri fisici». Non proprio uno spreco, però, specie nell’Isola che, di certo, non si distingue per essere una regione di lettori. Anzi, nel 2021, secondo l’ultimo report dell’associazione italiana lettori (Ail) sulla base dei dati dell’Istat, soltanto il 27,4 per cento dei cittadini con più di sei anni ha letto almeno un libro (non scolastico), contro una media nazionale del 40,8 per cento.

«Nelle scuole, tra l’altro – sottolinea Franzò – i supporti digitali già esistono e sono adottati come integrazione in ottica della digitalizzazione dei libri di testo. Una totale e integrale sostituzione sarebbe, quantomeno prima da discutere e da sperimentare». E, in effetti, il disegno di legge prevede che sia l’assessorato all’Istruzione, già per il triennio 2023-2025 a individuare un numero di scuole (partendo da quelle che beneficiano dei fondi del Pnrr Piano scuola 4.0) per promuovere il progetto Tablet «al fine di analizzare le problematiche e i punti di forza connessi al disegno di legge e avviare eventuali correttivi finalizzati all’avvio nel 2026 della totale copertura della popolazione scolastica della scuola secondaria di primo e di secondo grado». Accantonata ogni forma di cartaceo, dunque, si passerebbe solo al digitale. «Dobbiamo tenere conto del fatto – analizza il presidente – che i nostri giovani nelle classi scolastiche sono abituati ancora a sfogliare le pagine dei libri e a prendere appunti sui fogli dei quaderni. Passare completamente al digitale e a sfogliare soltanto slide, significa un cambio di prospettive e metodologie che può avere un impatto forte sullo sviluppo socioculturale degli studenti. Per questo, prima di adottare una misura del genere, occorre avviare una fase sperimentale per analizzarne potenzialità e criticità».

Punto critico potrebbe essere quello che riguarda l’aspetto economico della questione. L’acquisto dei dispositivi elettronici, come adesso succede per i libri di testo, sarebbe interamente a carico delle famiglie degli studenti e delle studentesse. Nel disegno di legge si chiarisce anche che «sarà previsto un bonus tablet per i soggetti con Isee inferiore a 13mila euro al fine di supportarli nell’acquisto degli stessi». Un bonus che, almeno per il momento, non è stato quantificato in cifre. «Da una parte – dice Franzò – è vero che acquistare i libri in formato digitale prevedere una riduzione di spesa di circa il 25 per cento. Ma, dall’altro lato, a questo importo andrebbe comunque ad aggiungersi anche il costo del dispositivo elettronico. Non è una questione di essere pro o contro una totale digitalizzazione della didattica – conclude il presidente regionale dell’associazione presidi – ma è necessario, prima di ogni azione, analizzare bene tutto il quadro generale delle scuole in Sicilia». Nella speranza che, insieme ai libri, non si accantonino anche abilità e competenze diverse da quelle offerte dal digitale.


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