Sicilia e Servizi venture mette in mobilità tutto il personale

ADDIO AL LAVORO PER 76 DIPENDENTI. LO HA COMUNICATO L’AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA SOCIETA’, GIUSEPPE BOSCO, IN UNA LETTERA INDIRIZZATA AI SINDACATI, UFFICI DEL LAVORO E ASSOCIAZIONE DEGLI INDUSTRIALI

Era nell’aria. E stasera la notizia è stata diffusa con una lettera indirizzata a varie autorità: la società Sicilia e Servizi venture mette in mobilità tutto il personale. Si tratta di 76 dipendenti: 2 quadri e 74 impiegati. Motivazione: cessazione di attività.  

La lettera, che porta la firma dell’amministratore delegato della società, Giuseppe Bosco, è indirizzata alle organizzazioni sindacali, agli uffici del Lavoro e agli industriali di Palermo. E precisamente: alla Fim, alla Fiom-Cgil, alla Uilm, all’Ugl, alla RSA di Sicilia e Servizi venture, all’Ufficio provinciale del Lavoro di Palermo, all’assessorato regionale al Lavoro, all’Ufficio regionale del Lavoro e all’associazione degli industriali del capoluogo siciliano.

Come si è arrivati al licenziamento di tutto il personale? Le motivazioni sono spiegate nella lettera.

La società, com’è noto, opera nel settore informatico. In particolare, nella progettazione, realizzazione e gestione di sistemi e servizi informatici e telematici, attività connesse e rigenerazione di sistemi e servizi già in esercizio.

La società, che è stata costituita dal Raggruppamento temporaneo di imprese tra Atos Origin Italia spa (ora Engineering spa) e Accenture spa, applica il Contratto collettivo nazionale di lavorio dei metalmeccanici e dell’installazione di impianti.

Nel 2007 la società ha sottoscritto con Sicilia e Servizi spa e con la Regione siciliana una convenzione quadro che disciplina la gestione delle attività informatiche di competenza delle amministrazioni regionali.

La società, per statuto, non può operare nel mercato, ma deve ottemperare alla convenzione quadro che scadrà il 22 dicembre di quest’anno. In assenza di un rinnovo della convenzione tutte le attività cesseranno per scadenza dei termini.

“Trattandosi di cessazione di attività – si legge nella lettera – non sono applicabili alla fattispecie gli ammortizzatori sociali classici, quali la Cassa integrazione guadagni, contratti di solidarietà o/e forme generalizzate di riduzione dell’orario di lavoro“.

 

 

 

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