Un uomo di mezza età ha cominciato a toccare le proprie parti intime a pochi metri da un gruppo di ragazze, al parco Jungo di Giarre. Le giovani si sono allontanate, ma lui le ha seguite finché loro non hanno minacciato di chiamare i carabinieri
Si masturba al parco davanti ad alcune ventenni «Colpi di tosse per attirare la nostra attenzione»
«Eravamo in cinque, tutte di età tra i 18 e i 24 anni, più un bambino di due anni. Al parco Jungo di Giarre». Il racconto di una mattinata felice tra amiche e bimbi cambia subito dopo. Quando fa la sua comparsa un molestatore che si masturba guardandole. Maria, nome di fantasia, ha 22 anni e aveva deciso, ieri, di approfittare del sole tiepido di settembre all’interno dell’area verde del Comune ionico. Il parco Jungo, del resto, è uno dei più grandi della cittadina giarrese. Si trova in corso Europa e ricade a metà, facendo quasi da cerniera, tra una vasta area in cui sorge un quartiere popolare e una zona residenziale. Durante l’estate, e fino a tutto il mese di settembre, è aperto la sera. Oltre che di giorno.
«Era un momento di grande serenità – racconta Maria a MeridioNews – ma, mentre stavamo giocando, abbiamo sentito un rumore insistente, come di qualcuno che tossiva». Le ragazze non ci fanno caso e continuano a intrattenere il bimbo, quando i colpi di tosse si ripetono, più forti e più vicini. «Così mi sono voltata e ho visto un uomo che si masturbava a poca distanza, tra gli alberi». Lei prende in braccio il bambino e, con le amiche, decide di andare via. L’uomo, però, fa per seguirle, finché lei annuncia, ad alta voce, che avrebbe chiamato i carabinieri. «Appena ha sentito che stavamo contattando le forze dell’ordine è scappato dall’altra parte».
Il molestatore, in base alla descrizione che ne fa Maria, era un uomo di mezza età ma non anziano («Altrimenti non avrebbe corso, probabilmente») che indossava una maglietta verde. «Una mia amica ha chiamato davvero i carabinieri, che ci hanno detto che sarebbero passati a dare un’occhiata». Ai militari della stazione di Giarre, però, non risultano segnalazioni e lo stesso dichiara il sindaco Angelo D’Anna. «Non è la prima volta che mi capita una cosa simile – insiste Maria – Io frequento spesso i parchi cittadini, molte volte da sola, perché porto a passeggio il mio cane. Non posso dire se sia la stessa persona, però le molestie non sono un fatto straordinario. È uno schifo».
Che un fatto del genere sia avvenuto al parco comunale Jungo, però, l’ha spinta ad andare oltre la lamentela e a raccontare quanto accaduto ai giornali. «È un posto molto frequentato, da ragazzini e ragazzine – aggiunge – Io sono maggiorenne, ero in compagnia e ho reagito. Ma se fosse capitato a un’adolescente da sola? Perché dobbiamo permettere che succeda?». Nella zona ci sono alcune attività commerciali, le cui telecamere di sorveglianza potrebbero avere ripreso una persona corrispondente alla descrizione entrare o uscire dal parchetto. «Sembrava appostato lì, dietro agli alberi, in attesa che arrivasse qualcuno. E il modo in cui tossiva non era normale, era forzato: stava tentando di attirare la nostra attenzione, voleva essere visto».
«Non ero a conoscenza di questo episodio e lo apprendo adesso dalla vostra telefonata – afferma a MeridioNews il sindaco Angelo D’Anna – Non so se ci siano telecamere di videosorveglianza in quella zona. È vero che il sistema di monitoraggio della città in questo senso va rivisto, anche se in un territorio di oltre 58 chilometri non è facile avere un occhio artificiale che copra tutto».
«In passato avevo saputo di un fatto simile. Tre, se non addirittura cinque, anni fa. Mi auguro che, anche in questo caso, si tratti di un fatto isolato – conclude D’Anna – All’interno del parco c’è una ludoteca: chiederò agli operatori di fare attenzione e di segnalare qualunque anomalia dovessero notare. Il parco più viene vissuto e meglio è: la migliore forma di controllo è quella che possono esercitare i cittadini riappropriandosi dei luoghi pubblici».