L'esponente della giunta torna sul suo incarico a termine: «Avrà un tempo breve, ma non tanto da non dare delle linee guida». Intanto è polemica sulle sue parole in risposta a una foto postata dalla figlia del fondatore di Emergency. «Non troverà fascista che voglia fare sesso con lei, non vorranno darle una gioia, sacrificandosi»
Sgarbi annuncia: «Resto assessore fino a metà maggio» Fava chiede sue dimissioni dopo post su Cecilia Strada
Assessore per cinque-sei mesi scarsi. Vittorio Sgarbi torna sul suo mandato a termine nella giunta regionale di Nello Musumeci. E detta i paletti. «Sarà un tempo breve – dice, a margine di una conferenza stampa sulle iniziative per Palermo Capitale della cultura 2018 – quello dedicato al mio mandato, ma non tanto breve da non dare delle linee guida. Queste sono le mie ultime volontà, dopo il 4 marzo avremo un limbo, ma qualunque sarà il mio destino penso di sopravvivere come assessore almeno fino a metà maggio, poi si capirà se mi dovrò separare dalla Regione».
Parole che si aggiungono a quelle che Sgarbi ha pubblicato sulla sua pagina Facebook, rivolte a Cecilia Strada che qualche giorno fa aveva postato la foto di una scritta su un muro che diceva: «Non scopate con i fascisti, non fateli riprodurre». Immagine che la figlia del fondatore di Emergency accompagnava con un suo commento: «Anche solo per non dar loro una gioia. Dalla rubrica “I consigli della domenica sera”».
Ieri l’assessore regionale ai Beni culturali ha scritto questo post sul suo profilo: «La figlia di Gino Strada può stare tranquilla: non troverà fascista che voglia fare sesso con lei, e tanto meno riprodursi in lei; non vorranno darle una gioia, sacrificandosi. La figa è un’altra cosa, e non ha orientamento politico. Per questo faticherà a trovare anche comunisti disposti a fare sesso con lei. Diciamo che la questione non è politica, e finirei qui».
Parole che hanno suscitato la richiesta di dimissioni da parte del deputato Claudio Fava. «Linguaggio inaccettabile, il presidente Musumeci decida: o ritira la delega all’assessore Sgarbi oppure, se non è libero di farlo, si dimetta lui».