Sgarbi a Catania tra arte ed economia «Le terre più ricche di storia stanno peggio»

Una grandissima folla ha gremito l’aula magna del monastero dei Benedettini ieri pomeriggio per ascoltare una lectio magistralis del critico Vittorio Sgarbi sul tema La Sicilia delle meraviglie, far dell’arte economia. «Un incontro per parlare delle bellezze della nostra isola tramite un messaggero di cultura e bellezza come Sgarbi che da anni è portavoce nel mondo dei tesori d’Italia e di Sicilia», afferma la professoressa Sarah Zappulla Muscarà che ha voluto il critico a Catania. «Un amico di lungo corso, accattivante nei suoi interventi, che non solo ha voluto partecipare gratuitamente – spiega – ma tramite la sua casa editrice Bompiani, ha donato un centinaio di copie del suo libro L’Italia delle meraviglie». Volumi che «in parte saranno dati alle autorità» fanno sapere dell’Ersu, l’ente che insieme con il Fai (Fondo ambiente italiano) ha organizzato l’incontro, ma la cui maggior parte è destinata agli studenti. Chi si è prenotato in tempo, infatti, ha diritto sia a un attestato di partecipazione valido per crediti formativi universitari, che al libro di Sgarbi pubblicato nel 2009.

Quello di ieri è stato un momento per analizzare la situazione dei tanti tesori d’arte che la nostra terra conserva e che, nonostante qualcuno la pensi diversamente, possono diventare ricchezza economica. Ne sono piene soprattutto le regioni del sud, quelle meno sviluppate secondo un modello economico industriale, ma anche quelle in cui spesso ci sono i maggiori tesori d’arte. E proprio in queste regioni, tra cui certamente la Sicilia, Vittorio Sgarbi vede grandi possibilità in una direzione più propizia. «Si è perso il senso dell’integrità per cui tutto è stato deturpato. Chi ha deciso di mettere le pale eoliche nella Palermo-Mazara del Vallo, una delle strade più belle al mondo per la diversità di paesaggi che offre? E come mai non è stato fatto lo stesso ad Assisi o vicino la Mole Antonelliana?», si domanda mettendo l’accento sulle differenze di trattamento che la politica e non solo, ha riservato ai territori del nord e a quelli del sud.

Differenza che si ripropone anche in Europa e che Sgarbi attacca come frutto di interessi specifici e simbolo di ignoranza. «Le terre più ricche di storia e cultura sono quelle che stanno peggio. Ma senza la Grecia e l’Italia e in particolare la Magna Grecia che ovviamente vi include – aggiunge – dove dobbiamo andare?». Questi territori dovrebbero quindi allontanarsi dall’omologazione voluta dall’Europa secondo il critico. «L’arte non può essere ridotta in quote come tutto in Europa e dobbiamo rendere evidenti al mondo i nostri tesori che hanno un grande valore attrattivo e spirituale. La biblioteca dei Benedettini, ad esempio, vale 500 musei di Copenaghen, ma nessuno lo sa». Per Vittorio Sgarbi, inoltre, non bisogna per forza aspettare l’azione dei governi locali, regionali o nazionale. «Il Fai è l’istituzione italiana che funziona meglio – dice – dando la prova che anche il privato può fare molto e bene per la tutela dei siti artistici».  Dichiarazione condivisa da Antonella Vandalà, capo delegazione dei Fai catanese. «È un nostro grande sostenitore e ha capito che se la Sicilia delle meraviglie vuole uscire dall’empasse in cui si trova – afferma – bisogna coniugare l’economia con i beni culturali».

Eterogeneo il pubblico intervenuto, soprattutto perché incuriosito dall’ospite principale. Eros ad esempio, studente di Lingue, ammette di essersi avvicinato all’aula magna perché attratto da una delle locandine sui muri dell’ex convento. Anche Leandro e Angelica studiano al monastero, Lettere. « Ci siamo presi una pausa dai libri perché interessati sia al tema che al personaggio. Il connubio tra l’uomo delle capre – dicono – e la nostra professoressa, la Muscarà, è poi perfetto per ilarità. Non potevamo mancare». E se diversi sono gli studenti in aula, per nulla delusi dal linguaggio colorito dell’ospite, sono presenti soprattutto rappresentanti della cosiddetta Catania bene. «In quanto membri del Fai saremmo venuti lo stesso – ammettono i signori Tullio e Marinella – però l’argomento è certamente interessante e il personaggio, seppure certe volte degenera, ha comunque un certo valore culturale». «È un grande oratore e un grande uomo di cultura capace di mettere insieme arte, filosofia e politica in una miscela unica. E poi mi piace anche come uomo», dichiara Franca Trovato, venuta apposta per ascoltarlo nonostante le sue difficoltà a deambulare. Tra il pubblico anche l’attrice catanese Guia Jelo. «Adoro l’arte tradizionale, ho la casa tappezzata di particolari del David di Michelangelo – dice – Vittorio, poi, non è solo un grandissimo amico, ma soprattutto un grande cultore della storia antica ed è sempre un piacere ascoltarlo».

Soddisfatto per la serata il presidente dell’Ente regionale per il diritto allo studio, Alessandro Cappellani. «L’ennesimo evento a costo zero che ci aiuta a renderci conto che possono esserci delle alternative e che si può fare cultura anche senza aspettare l’intervento del pubblico. Organizzeremo altre iniziative pertanto invito gli studenti a controllare sempre il sito».


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Centinaia di persone hanno accolto Vittorio Sgarbi nell’aula magna del monastero dei Benedettini. Tanta la curiosità per il personaggio, ma anche per il tema: coniugare la tutela dei beni artistici e culturali con lo sviluppo economico. «Si è perso il senso dell’integrità per cui tutto è stato deturpato», dichiara il critico che auspica una ripresa della tutela dei tanti siti culturali che dovrebbero essere esportati nel mondo e invece spesso non si conoscono neanche. Regalati 100 libri per autorità e studenti

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