L'indagine scattata nel 2015 ha fatto luce su un fiorente giro d'affari nei comuni di Cerda, Montemaggiore Belsito e Trabia. Nell'attività sono coinvolte donne dell'est europeo e italiane
Prostituzione, tre misure cautelari «Paga o racconto tutto a tua moglie»
I carabinieri hanno eseguito tre misure cautelari nei confronti di tre indagati per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, detenzione abusiva di armi ed estorsione. L’indagine scattata nel 2015 ha fatto luce su un fiorente giro di prostituzione nei comuni di Cerda, Montemaggiore Belsito e Trabia, nel Palermitano. Nell’attività sono coinvolte donne dell’est europeo e italiane.
Ai domiciliari con braccialetto elettronico è finito Vincenzo Scaccia, 64 anni di Montemaggiore Belsito. Secondo le indagini dei carabinieri della compagnia di Termini Imerese avrebbe favorito la prostituzione di una ragazza di nazionalità romena e di una donna del luogo, procurando i clienti, individuando i luoghi dove effettuare gli incontri e percependo soldi dall’attività. Scaccia avrebbe anche una pistola detenuta abusivamente che ha mostrato a una delle due prostitute che voleva ribellarsi. In casa sono stati trovate anche delle pallottole calibro 38.
Si deve presentare alla polizia giudiziaria Domenico Runfola di 50 anni, pure lui di Montemaggiore Belsito. L’uomo sarebbe stato in affari con Scaccia e avrebbe sfruttato due prostitute dell’hinterland accompagnandole agli incontri con i clienti che lo stesso Runfola contattava, organizzandone la trasferta presso la sua ‘base logistica’. Gli incontri avvenivano in varie località, tra cui le abitazioni degli stessi clienti e presso alcuni alberghi del comprensorio madonita.
Per Giovanna Guagenti, 31 anni residente a Trabia nella frazione di San Nicola L’Arena è scattato il divieto di dimora. La donna avrebbe svolto attività di prostituzione presso un centro massaggi da lei gestito. Inoltre avrebbe creato un profilo Facebook per pubblicizzare il centro massaggi e avrebbe consentito ad altre ragazze di prostituirsi con i diversi clienti, percependo parte del compenso. La donna avrebbe anche costretto un cliente a versarle la somma di 700 euro minacciando di riferire alla moglie della loro relazione. Infine, da quanto emerso dalle indagini, avrebbe raccontato di essere rimasta incinta. Stessa sorte toccata a un altro cliente.