Prosegue il braccio di ferro tra i rappresentanti dei 15 istituti socio-assistenziali etnei e l'amministrazione comunale. Durante l'incontro di oggi, gli assessori ai Servizi sociali e al Bilancio hanno chiesto alle strutture di farsi carico di tutte le spese fino al 31 dicembre. Un'ipotesi di difficile attuazione. «Per una settimana è facile, ma per più di tre mesi non è possibile», spiega il presidente dell'Uneba, Salvatore Caruso
Servizi sociali, nessuna soluzione in vista «Insostenibile la proposta del Comune»
Continua lo stato di agitazione per 15 istituti socio-assistenziali catanesi, enti che – soprattutto nelle zone periferiche della città – offrono servizi extra-scolastici per minori le cui famiglie si trovano in difficoltà economiche. Un servizio finanziato dalle casse comunali che, però, quest’anno deve fare i conti con una copertura economica insufficiente. Anche il tavolo convocato oggi dagli assessori ai Servizi sociali Fiorentino Trojano e al Bilancio Giuseppe Girlando non è servito a trovare una soluzione definitiva per le strutture. «L’amministrazione ha messo sul tappeto unipotesi che poggia da una parte sulla possibilità di non limitare a un anno le convenzioni e dall’altra sulla disponibilità degli istituti di farsi carico gratuitamente dellassistenza ai bambini per un periodo di tempo limitato», spiegano i rappresentanti comunali in un comunicato.
«Secondo questa proposta, fino al 31 dicembre gli istituti dovrebbero farsi carico totalmente di circa 600 bambini», chiarisce Salvatore Caruso, presidente dell’Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale. «Da gennaio a giugno, grazie ai fondi stanziati, ne verrebbero seguiti 648 – continua Caruso – E poi si dovrebbe rivedere il sistema, riformulare le modalità del servizio», per evitare il ripresentarsi delle difficoltà economiche alla vigilia dei prossimi anni scolastici. Ma per il rappresentante dell’Uneba si tratta di un’ipotesi non sostenibile: «Per una settimana è facile, ma per più di tre mesi non è possibile». Molti i fattori che complicano la quotidianità di questi enti. «I costi di gestione lievitano, le rette rimangono sempre le stesse e il Comune paga in ritardo», elenca Salvatore Caruso, che però non chiude al dialogo. «Ci siamo riservati di riflettere sulla proposta».
Dello stesso parere è la Cisl catanese, presente all’incontro. «Per noi è una proposta largamente insufficiente, a fronte delle 1300 richieste e con cui si rischia di smantellare lassistenza su cui confidavano le molte famiglie dei quartieri più difficili di Catania e con la quale si mette a rischio anche l80 per cento degli istituti con il relativo personale», spiegano in una nota congiunta Maurizio Attanasio e Saro Pappalardo, segretari territoriali. Ma dall’amministrazione non sembrano esserci margini di manovra, pena un dissesto finanziario che paralizzerebbe tutti i servizi.
Il prossimo appuntamento tra le parti è fissato per martedì mattina. «Confidiamo nella sensibilità delle forze politiche», afferma Salvatore Caruso. Che, però, sottolinea come gli effetti di queste riduzioni abbiano ripercussioni tanto sugli assistiti quanto sui lavoratori degli istituti. Specie ad anno scolastico già cominciato.