L’attaccante quest’anno è tornato in riva allo Stretto per sposare il progetto del club giallorosso, che la scorsa estate ha rischiato di scomparire: «Sarebbe stata una vera tragedia per la città, ma a perdere sarebbe stata tutta la Sicilia. Qui tifosi imbattibili per amore e passione»
Serie D, un palermitano innamorato di Messina Cocuzza: «Come se giocassi per la mia città»
«Io non guardo la categoria, quando sento parlare di Messina. Questo è il mio quinto anno e qui mi sento a casa, perché è una realtà che mi sono portato dentro». Salvatore Cocuzza, attaccante del Messina, parla così a MeridioNews della sua nuova avventura in riva allo Stretto, dove è tornato la scorsa estate dopo l’annata all’Akragas. Il Messina è ripartito dalla serie D, nonostante la salvezza dello scorso anno in Lega Pro, a causa della mancata iscrizione alla C di quest’anno: «Non vivo solo di soldi, anche perché nei primi anni ci ho soltanto rimesso. Quando ero giovane avevo tante richieste, ho rifiutato per sposare un progetto con il quale poi abbiamo vinto il campionato. Io vivo di sentimenti, qui sto bene perché la gente mi fa stare bene». E proprio Cocuzza, nato a Palermo nel 1987, fa trasparire l’amore provato nei confronti della città di Messina: «Per me rappresenta tutto. Gioco da dodici anni – spiega il calciatore – e praticamente mezza carriera la sto facendo qua e vorrei finirla qui. Lo stadio e i tifosi rappresentano per me una famiglia. È come se stessi giocando per la mia città, perché non ho lo stesso attaccamento che ho con Palermo, anche se non mi permetto di rinnegare le mie origini».
A proposito di quest’ultima frase, Cocuzza ci tiene a specificare meglio il concetto: «A livello calcistico sono molto più attaccato a questa maglia che a quella di nascita. Conosco meglio le strade di Messina rispetto a quelle di Palermo. Ho trovato tante amicizie importanti qui e sono fiero di questo». La scorsa estate il Messina ha rischiato di scomparire a causa delle difficoltà societarie, poi è arrivato Sciotto che ha iscritto la squadra in serie D: «Sarebbe stata una tragedia a livello calcistico – ammette Cocuzza –, perché Messina merita palcoscenici importanti. La serie D sta già abbastanza stretta a questa piazza, non presentarsi sarebbe stato molto pesante nell’economia di una città che vive ed è affamata di calcio. A perdere, comunque, sarebbe stata tutta la Sicilia». La squadra è stata costruita in fretta, ma è partita malissimo in campionato, conquistando solo tre punti nelle prime otto giornate: «Non è stato facile, perché in una piazza del genere le pressioni sono importanti. Abbiamo cominciato male e non ci riusciva nulla, i tifosi erano arrabbiati perché vedersi ultimi in serie D è un colpo al cuore. Eravamo entrati in un tunnel in cui la palla pesava tanto. Poi è bastata una vittoria per dare il là e per far sì che la squadra iniziasse a crescere e a capire qual è la sua reale forza».
Adesso la squadra si è un po’ ripresa, avendo conquistato cinque risultati utili consecutivi, ma Cocuzza non è del tutto soddisfatto: «Potevano essere cinque vittorie – prosegue l’attaccante –, per quello che abbiamo espresso in campo e per come abbiamo pareggiato sia a Ercolano, sia con la Palmese. L’importante è avere continuità e non perdere, noi lavoriamo con molta serenità. È cresciuto l’entusiasmo e anche il morale, così come l’autostima in tutto il gruppo». La squadra però mantiene alta l’asticella degli obiettivi: «Non possiamo fare programmi. Abbiamo l’obiettivo minimo dei play off, perché sarebbe da stupidi non provarci con venti partite a disposizione. Dobbiamo sempre dare il massimo e cercare di raccogliere più punti possibili, sperando anche che chi sta là davanti possa perdere un po’ di terreno». A livello individuale, invece, Cocuzza preferisce non sbilanciarsi: «L’attaccante per tanti motivi non parla mai dei propri obiettivi. Ci capitano tante palle-gol, spero solo di riuscire a dare una mano alla squadra e al mister. Io sono sempre a disposizione».
In netta ripresa rispetto a inizio stagione, uno degli artefici del buon momento dei giallorossi è indubbiamente il nuovo tecnico, Giacomo Modica, subentrato ad Antonio Venuto: «Il mister è molto esigente – ammette il calciatore –, ci fa provare in continuazione le stesse giocate fino a quando non ci entrano in testa. Lui ci ha rapiti, ci ha stregati. Noi siamo rimasti incantati e obiettivamente i risultati in campo si stanno vedendo da quando è arrivato lui».
Infine, Cocuzza vuole anche parlare dei tifosi ed elogiarli per tutto quello che hanno passato: «I tifosi ne hanno passate tante. Hanno sentito promesse non mantenute, sono martoriati da tutte queste vicissitudini che hanno vissuto in passato. Noi abbiamo trovato il nostro equilibrio e abbiamo tutta l’intenzione di vendere cara la pelle e cercare di farli divertire per come abbiamo fatto ultimamente. Vogliamo portare più gente al campo – conclude Cocuzza –, perché sono il nostro dodicesimo uomo, sono imbattibili dalla serie A all’Eccellenza per l’amore e la passione che dimostrano».