La 26enne di Aci Bonaccorsi è tra i 21 diplomati del master Sommelier dell'Alma, la scuola internazionale di cucina italiana in collaborazione con l'associazione italiana della categoria. «Già da piccola mi attraeva il mondo del vino», racconta a MeridioNews la ragazza, che oggi sogna di far crescere la sua terra
Serena, giovane sommelier alla scuola di Marchesi «Il mio piccolo contributo al servizio di questa terra»
«Ora o mai più». La giovane sommelier catanese Serena Palazzo non ha avuto dubbi su quale percorso intraprendere dopo la laurea in Economia e gestione delle imprese turistiche nella sua città. Il suo interesse per il mondo enoico l’ha portata a essere tra i 21 diplomati dell’ottava edizione del master Sommelier promosso da Alma – la scuola internazionale di cucina italiana di cui è rettore Gualtiero Marchesi – in collaborazione con Ais, Associazione italiana sommelier.
«Quando ero piccola mi incuriosiva vedere come le persone si approcciavano al vino, ne percepivano il sapore e lo gustavano lentamente», racconta a MeridioNews la 26enne di Aci Bonaccorsi, che durante gli anni del liceo e dell’università ha frequentato i corsi Onav (Organizzazione nazionale assaggiatori di vino) e Ais per diventare sommelier. Al termine del quale, per approfondire ulteriormente il mondo dell’enologia, si è iscritta al master della scuola di Marchesi a Parma. «Mi sono trasferita a Verona non senza sacrifici e una volta a settimana andavo a Colorno per seguire le lezioni e partecipare alle uscite didattiche, durante cui degustavamo i migliori vini accompagnati dai più importanti sommelier del Paese».
Una routine durata sette mesi, fino a quando Serena è tornata in Sicilia per i tre mesi di stage previsti dalla scuola. Che qualcuno ha scelto di trascorrere lavorando come sommelier di sala in ristoranti stellati, mentre altri si sono immersi a tu per tu con la natura. «Quando ho chiesto di essere mandata in Sicilia mi hanno proposto Marsala, un territorio che oggi sta crescendo molto. Ho vissuto nella cantina di Nino Barraco, dove ho imparato i trucchi del mestiere, diverse tecniche e ho toccato con mano la realtà di un’azienda vinicola».
Un’esperienza che ha dato a Serena l’opportunità di lavorare a stretto contatto con il produttore e scoprire che spesso, quando il prodotto è buono, parla da sé. «È la filosofia di Barraco, che non punta sulla pubblicità ma racconta il prodotto tramite aromi e sapori». Anche se l’aspetto del marketing non va trascurato. «Al master ci hanno insegnato come comunicare agli altri il vino, come si parla con un calice in mano, come si racconta un vino, con quali cibi va abbinato e come trasmettere le conoscenze acquisite per non farle rimanere fini a se stesse».
«È davvero interessante sapere tutto quello che c’è dietro questo prodotto – continua Serena – e i bravi comunicatori sono riusciti a far comprendere appieno la sua importanza, spingendo sempre più persone ad avvicinarsi a questo mondo affascinante». Tanto da far tornare in voga un antico mestiere, soprattutto fra gli under 30. «Forse si comincia ad apprezzare il vino non come semplice prodotto di consumo, ma come qualcosa che trasmette storia, conoscenza, fatica, tradizione e natura», osserva Serena, l’unica sommelier arrivata dal Sud e la seconda più giovane del gruppo dei diplomati.
«Appena mi sono laureata ho cercato subito un’attività che mi appassionasse, anche perché se avessi trovato lavoro in Sicilia probabilmente non avrei più avuto la possibilità di poter partire e sperimentare». Cosa che invece ha scelto di fare in tempi brevissimi. «Amo la mia terra – chiarisce – e se da un lato per seguire la mia passione sono disposta a spostarmi ovunque, dall’altro mi piacerebbe poter dare, nel mio piccolo, un contributo per valorizzare la Sicilia, spesso penalizzata rispetto alle altre Regioni».