Quando hanno pagato cinquemila euro a un membro dell’equipaggio, con la promessa di essere trasportati, in segreto, dal Libano alla Spagna, avranno pensato che il più era stato fatto, ma si illudevano. L’ennesima storia di migrazione attraverso il Mediterraneo stavolta tocca l’Italia solo per l’intervento della Capitaneria di porto di Catania, che ha liberato due siriani sequestrati a bordo di una nave mercantile battente bandiera delle Isole Comore.
I due, originari della Palestina, avevano preso contatto con un membro dell’equipaggio, che aveva promesso loro un passaggio a bordo dell’imbarcazione dedita al trasporto di bestiame vivo. Alle parole, però, non sono seguiti i fatti, e così ai siriani non è stato concesso di scendere nel porto di Terragona, finendo per essere rinchiusi in un locale della nave. Tuttavia, grazie a un telefono satellitare, i migranti sono riusciti a chiedere aiuto.
Le autorità, a quel punto, hanno allertato la sala operativa della Capitaneria di porto, il cui personale è entrato in azione nelle prime ore di ieri quando l’imbarcazione è entrata in acque italiane. Con la collaborazione della polizia di Siracusa, è stato individuato il marittimo che aveva intascato il denaro. L’uomo è stato arrestato, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, mentre alla nave è stato concesso di proseguire nel proprio tragitto.
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