Nuova iniziativa a sostegno del pasticcere di Cinisi che con la sua denuncia ha fatto arrestato l'ex presidente della Camera di commercio di Palermo, Roberto Helg, per una mazzetta da 100mila euro. «Santi non è un paladino dell'antimafia, ma un gran lavoratore. Situazione paradossale»
Seimila firme per petizione pro Palazzolo Un dipendente: «È amareggiato e arrabbiato»
«Il signor Santi? E’ amareggiato e arrabbiato. Così come noi». Fabio è un dipendente della pasticceria Palazzolo di Cinisi, nel palermitano, e Santi è il suo datore di lavoro, l’uomo che con la sua denuncia ha fatto arrestare l’ex presidente della Camera di commercio di Palermo, Roberto Helg, per una mazzetta da 100mila euro. Soldi che l’ex vicepresidente della Gesap, la società che gestisce l’aeroporto di Palermo, avrebbe voluto intascare per assicurare al commerciante il rinnovo del contratto di affitto proprio del punto vendita presso lo scalo.
Adesso, però, secondo Fabio, proprio quel negozio rischia la chiusura e da 5 a 10 lavoratori il licenziamento. La Gesap, infatti, ha concesso a Palazzolo una proroga tecnica fino al 30 settembre. Poi anche il pasticcere di Cinisi, che dal 2008 occupa uno spazio in aeroporto, dovrà, per restare, partecipare ad un bando di gara. «Il contratto d’affitto è scaduto il 28 febbraio di quest’anno – ricostruisce Fabio -, il 2 marzo Helg è stato arrestato, l’indomani, il 3 marzo, si sarebbe dovuto tenere il Cda, con all’ordine del giorno ‘Approvazione della proroga per pasticceria Palazzolo e Siciliarte’. Adesso, lo stesso Cda, che aveva reputato legittimo quel punto all’ordine del giorno, sostiene che non può essere concessa la proroga. Cosa significa? Che forse se il signor Palazzolo avesse pagato, saremmo ancora lì e ci rimarremmo per altri tre anni come prevede una clausola contenuta nel vecchio contratto».
Per sensibilizzare l’opinione pubblica e per chiedere l’azzeramento del Cda della Gesap i 40 dipendenti delle due pasticcerie Palazzolo, quella con sede a Cinisi e quella all’aeroporto, hanno avviato una petizione on line su sito Change.org. Una sottoscrizione che ha sfiorato già quota 6mila firme.
«È veramente assurdo – si legge nella petizione – constatare come, in Italia, chi ha il coraggio di ribellarsi allo strapotere di speculatori o di gente senza scrupoli, che utilizza il proprio lavoro per interessi personali, in maniera disonesta e immorale, sia isolato e lasciato da solo. In questo caso, addirittura, quasi ‘punito’, per avere denunciato il malaffare e la corruzione in seno alla società che gestisce lo scalo palermitano».
Già nei giorni scorsi presso l’aeroporto una sessantina di persone hanno manifestato a sostegno del pasticcere e contro il Consiglio di amministrazione della Gesap, di cui chiedono l’azzeramento. «Dalle intercettazioni – dice Fabio a MeridioNews – emergerebbe che Helg non era il solo a sapere. Quel Cda non è credibile: deve dimettersi». Ma i dipendenti della pasticceria Palazzolo non hanno gradito neppure l’ultima uscita del sindaco Leoluca Orlando. Il primo cittadino nei giorni scorsi ha inviato una lettera alla Gesap per chiedere che sia «fatta chiarezza». Al centro della questione c’è proprio l’affidamento nel 2008 di spazi all’interno dello scalo a «due aziende, senza procedura di gara e a condizioni nettamente più svantaggiose per la Gesap», rispetto a tutte le altre aziende che hanno ottenuto «tale concessione, peraltro, a seguito di gara pubblica» denuncia il primo cittadino. Una delle due aziende è proprio la pasticceria Palazzolo.
«L’aver doverosamente denunciato l’illecita richiesta di denaro da parte dell’allora presidente della Camera di Commercio, Roberto Helg – scrive Orlando nella lettera -, non può essere oggi un pretesto per chiedere la violazione di leggi o, addirittura, la perpetrazione di favoritismi di ogni genere». «Al sindaco – replica Fabio – vorrei dire soltanto che il signor Santi non è un paladino dell’antimafia, ma solo un gran lavoratore. Una persona che ogni giorno si alza alle quattro del mattino e che davanti all’ingiustizia di cui è stato vittima ha creduto che la cosa più normale da fare, la più giusta, fosse denunciare. Le dichiarazioni di solidarietà di facciata non servono e oggi quello che passa è un messaggio sbagliato: noi non vogliamo alcun privilegio, ma il rispetto di quanto previsto nel contratto». Le prossime mosse? «Andremo avanti con la petizione perché la Gesap, il sindaco e i soci dell’aeroporto sappiano che la gente non è d’accordo con una decisione assolutamente paradossale».