Seconda fase del tram, a breve i primi sopralluoghi «Abbiamo imparato dagli errori delle prime linee»

Procede secondo la tabella di marcia del Comune l’iter per la progettazione e la realizzazione delle nuove linee tranviarie, che interesseranno gran parte della città e contribuiranno a costituire – con quelle già attive – un vero e proprio sistema di trasporto di superficie su ferro. Infatti, dopo l’aggiudicazione definitiva del bando relativo alle fasi successive di progettazione (studio di fattibilità tecnico-economico, progetto definitivo, oltre a direzione dei lavori e coordinamento della sicurezza), come conferma il Rup dell’opera, l’ingegnere Marco Ciralli, è stata quasi ultimata la necessaria fase di verifica dei requisiti speciali richiesti per legge al gruppo vincitore, con l’ufficio Contratti del Comune pronto a dare il via libera. Perciò è ormai prossima la firma del contratto tra Palazzo delle Aquile e lo studio Cassata, capofila di un raggruppamento che include anche la Rpa di Perugia e la Technital di Verona.

«Le indagini preliminari – spiega Ruggero Cassata, titolare dello studio ingegneristico omonimo – sono quelle geognostiche, col georadar, ambientali. Per quello che ha previsto l’amministrazione comunale dovrebbero esaurirsi in un paio di mesi. Le risultanze delle indagini, che dovremo poi acquisire, saranno valutate per capire se contrastano con le nostre previsioni progettuali o se le confermano. Dopo di che il Comune, che ha già iniziato una sorta di dibattito telematico (visto che ha inviato il progetto a tutti gli enti interessati) sta acquisendo una serie di suggerimenti e consigli. Input che penso l’amministrazione ci chiederà di tener da conto nello sviluppo della definitiva progettazione di fattibilità». Dopo le indagini sulle interferenze, lungo tutti i percorsi ci saranno le conferenze di servizi con tutti gli enti interessati e quindi la gara d’appalto, con l’obiettivo del Comune di far partire i lavori entro la fine del 2019.

Il bando, lo ricordiamo, riguardava la progettazione preliminare di sette nuove linee, tre delle quali con priorità alta (le tratte “A” Balsamo-Croce Rossa, “B” stazione Notarbartolo-Libertà, e “C” Calatafimi-Orleans) interamente finanziate con 198 milioni di euro di fondi provenienti dal Patto per Palermo del 2016, e ha visto sfidarsi in forma anonima nove partecipanti (di cui quattro giunti alla selezione finale) in un iter lungo diversi mesi e gestito dalla piattaforma informatica Concorrimi. Gara che ha comportato per ogni concorrente uno sforzo notevole tra energie e professionalità. «Al progetto – sottolinea ancora Cassata – hanno partecipato tra i 50 e i 60 soggetti che hanno lavorato in una situazione assolutamente stressante ma coinvolgente, e che ha richiesto un impegno non indifferente». Alcune delle tavole del progetto vincitore sono state esposte ieri al deposito tram di Roccella nell’ambito di un laboratorio cittadino sulla mobilità sostenibile.

Il progetto del gruppo Cassata prevede alcune soluzioni innovative rispetto alla viabilità, comprese alcune opere accessorie quali diversi posteggi interrati, il ponte alle spalle della stazione Notarbartolo, un pesante restyling della rotonda di via Leonardo da Vinci e dello svincolo Basile, oltre alla pedonalizzazione della carreggiata centrale di via Libertà, di un pezzo di via Roma e via Marchese di Roccaforte. Soluzioni fortemente restrittive per l’attuale volume di traffico privato, che hanno fatto storcere il naso a qualche commentatore.La risposta di Cassata non si fa attendere. «Il nostro progetto è ispirato soprattutto dalla passione che ci deriva dall’essere anche cittadini palermitani – dice il progettista – perché avere vissuto in questa città e avere avuto esperienze lavorative diversificate, potendo viaggiare nel mondo, ci ha fatto acquisire una serie di know-how che abbiamo cercato di mettere a disposizione di Palermo. Non credo che sia un progetto utopistico, tante scelte sono anche abbastanza semplici: sono di grande effetto, ma non ritengo che siano delle scelte velleitarie. La strada dell’amministrazione comunale, che noi abbiamo sposato appieno, è quella che il tram di per sé è un elemento di riqualificazione forte, ma ancor di più il percorso che viene interessato dal passaggio dei convogli è stato arricchito con una serie di riqualificazioni urbane significative che non ritengo assolutamente utopistiche».

Una strada, quella della rigenerazione, che interesserà anche i tracciati tranviari esistenti, con correttivi quali lo spostamento di parte dei binari nella zona di via Leonardo da Vinci bassa e l’abolizione del Terminal Notarbartolo (sostituito da una fermata lungo l’asse del viale), con l’attestazione di varie linee al nuovo Terminal Giachery, dirimpettaio di quello che sarà il terzo deposito tram, negli spazi dell’ex stazione Sampolo. «Abbiamo imparato – conclude Cassata – dagli errori della fase costruttiva delle prime tre linee di tram, e per questo abbiamo previsto in tutti gli incroci tra binari più intersezioni (al contrario di quanto accade oggi, ad esempio, alla rotonda Einstein, dove manca il collegamento diretto tra il binario lato valle di viale Regione Siciliana e la parte alta di via Da Vinci, ndr), in modo tale da fornire più alternative di percorso al gestore del sistema tram e quindi consentendo di modulare meglio il servizio».


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