Se l’italia fornisce ‘aiuti umanitari ai curdi dell’Irap perché non lo fa anche con i curdi tenuti come schiavi in Turchia?

LE CONTRADDIZIONI DELLA POLITICA ESTERA ITALIANA

Sarà senz’altro una coincidenza che nulla ha a che vedere con la cultura scautistica dell’Agesi, ma è un fatto: la ministra della Difesa, Roberta Pinotti, ed il capo del governo, Matteo Renzi, hanno avuto entrambi a che fare con l’organizzazione scautistica cattolica. Ebbene, entrambi si segnalano per la loro intensa attività guerrafondaia, non è chiaro se motu proprio o indotti dalle risoluzioni di organismi internazionali, anch’essi guerrafondai, cui l’Italia appartiene.

La signora Pinotti, pardon, la ministra Pinotti, piuttosto che distruggere le armi e le munizioni di fabbricazione russa, sequestrate durante la guerra dei Balcani, come da sentenza del Tribunale di Torino del 2006, li ha mantenute in efficienza attraverso la competente cura della Marina Militare italiana, alla Maddalena, in Sardegna.

Va ricordato che quelle armi furono sequestrate nel porto di Rijeka, in Croazia, il 13 marzo del 1994 ed erano dirette in Bosnia. L’artefice di questo intrallazzo era il petroliere russo Alexander Zhukov, poi arrestato in Costa Smeralda a seguito dell’inchiesta del pubblico ministero torinese, Paolo Tamponi.

Il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri si è recato personalmente in Iraq per annunciare l’aiuto alla causa curda per “ragioni umanitarie”. Come? Con la fornitura di armi da parte del nostro Paese, quale contributo alla pace in Iraq. Ormai in Italia quando si partecipa più o meno direttamente ad azioni di guerra lo si fa “per ragioni umanitarie”. Ricordate l’intervento in Serbia per liberare il Kosovo?

Siamo in presenza di una classica espressione ipocrita dell’attuale cultura occidentalista che porta pace e democrazia in tutte le aree del mondo con le armi e con la guerra.

Non va trascurato il fatto, seppure insignificante, che Matteo Renzi in questo momento rappresenta tutta l’Europa comunitaria. Cioè di quella comunità di oltre 500 milioni di cittadini che con la cultura della guerra non vogliono avere nulla a che spartire, perché di queste tragiche esperienze hanno pagato costi elevatissimi. Al pari dell’embargo voluto da Barack Obama nei confronti della Russia di Putin che si è rivelato un vero e proprio boomerang economico per tutti i Paesi europei.

Alle motivazioni suddette vanno aggiunte quella della ministra degli Esteri, Federica Mogherini, che intervenendo alla riunione congiunta delle Commissioni Difesa di Camera e Senato ha detto che l’intervento di aiuto ai peshmerga Curdi è una misura in difesa degli interessi del nostro Paese. Per la ragione che l’islamismo può nuocere all’Italia.

Scordandosi dell’articolo 3 della Costituzione italiana, laddove dice che in Italia esiste la tutela dei diritti di ogni forma di religione, di cultura, di razza e di condizione sociale. Questo, purtroppo, è il limite culturale della politica nazionale da almeno un ventennio a questa parte: l’ignoranza dei valori del patto fondativo della Repubblica italiana. Siamo in mano a personaggi che mistificano il loro agire politico con slogan intrisi di banalità e falsi ideologici.

A Renzi, alla Mogherini e alla Pinotti rivolgiamo un invito: diano le armi anche ai curdi residenti in Turchia se li muove lo spirito umanitario che dicono di professare. In quel Paese, anch’esso islamico, i curdi sono trattati come schiavi, reietti ed emarginati. Per piacere qualcuno ricordi a costoro dove è tenuto il curdo Ochalan e facciano qualcosa di ‘umanitario’ per liberarlo, gli portino le armi per la sua liberazione. Si diano una mossa. (sopra, a destra, foto tratta da ilmegafonoquotidiano.it)

A questi nostri governanti improvvisati vogliamo ricordare che in questo periodo hanno la guida dell’Europa e, se vogliono una Europa libera delle ipoteche americane, debbono essere in grado di esprimere una politica estera originale e totalmente avulsa dalle logiche imperialiste occidentali.

Se hanno una strategia politica per il Medio Oriente – area del mondo tormentata da oltre mezzo secolo – la propongano all’Assemblea generale delle Nazioni Unite nella prossima sessione plenaria di settembre per porre fine alla farsa secondo la quale i Paesi occidentali difendono i loro interessi nazionali a scapito degli interessi delle popolazioni locali.

Se non si è capaci di fare questo gesto politico-strategico è meglio che ognuno se ne stia a casa propria con dignità e taccia. E, magari, si occupi di altro se ne è capace, piuttosto che seguire da sciocchi gli impulsi guerrafondai degli Stati Uniti d’America che hanno inventato la formula di difendere gli interessi nazionali ovunque nel mondo, anche in terre che stanno nell’altro emisfero rispetto a loro.

Foto di prima pagina tratta da viamontereale.org


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