Se la città è sporca entrano in azione i cittadini «Basta lamentarsi, facciamo la nostra parte»

Palermo è sporchissima, la Rap boccheggia e allora ci pensano i cittadini a darle una ripulita. Oggi decine di ragazze, ragazzi, adulti e perfino bambini si sono rimboccati le maniche per raccogliere (e differenziare) chili di rifiuti, armati semplicemente di guanti, scope, sacchi e rastrelli. Due gli interventi delle squadre di volontari, uno stamattina a piazza Indipendenza e uno di pomeriggio al porticciolo di Sant’Erasmo. Nella piazza che ospita Palazzo d’Orleans, Palazzo dei Normanni e Porta Nuova sono intervenute le 25 associazioni che compongono la rete Palermo Pulita, mentre a Sant’Erasmo si sono presentati i giovani di Sii turista della tua città – Palermo.

Palermo Pulita è una rete di associazioni e organizzazioni tra cui Palermo Indignata, Retake Palermo, Arciragazzi, Panagiotis, Movimento dei cittadini Sicilia, Aices, Passpartout, Sottosopra Palermo, Mosaicando, Marevivo e Partecipalermo. Piazza Indipendenza è stata la seconda di quattro tappe di un progetto giunto alla quinta edizione. La prima si è tenuta a Romagnolo a luglio mentre i prossimi interventi coinvolgeranno il quartiere Oreto a ottobre e quattro scuole ancora da individuare a novembre. Le aree di intervento vengono proposte dai volontari e poi selezionate da un sondaggio sui social.

«Rispetto agli anni precedenti abbiamo trovato zone più pulite e una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini – racconta Filippa Alfano, che coordina la rete -. Se i residenti si sentono più coinvolti le aree in cui interveniamo sono più vissute. Nelle zone balneari ci rivolgiamo ai bagnanti che spesso si alzano e vengono a darci una mano. Nelle zone urbane invece cerchiamo di organizzare attività ludiche per i bambini e cerchiamo di parlare con i genitori: anche loro si fermano e ci aiutano volentieri».

A piazza Indipendenza stamattina sono stati raccolti 10 sacchi di immondizia (carta, plastica, escrementi di cani), poi la Rap è intervenuta a rimuoverli. I volontari che hanno aderito al progetto sono ormai un’ottantina: «Ogni volta organizzarsi è un’impresa ma visti i risultati siamo soddisfatti». Fondi? «Perlopiù ci autotassiamo, ogni associazione mette del suo acquistando il materiale, poi lo dividiamo tra noi. C’è grande collaborazione. Ogni tanto qualche sponsor ci fornisce gadget e strumenti».

Qualche miglioramento, comunque, c’è stato: «Quest’anno a Romagnolo abbiamo raccolto 40 sacchi, lo scorso anno quasi un centinaio. Anche la Rap è coinvolta: conosce le nostre tappe e ci contatta due settimane prima di ogni intervento o fornendoci un cassone o venendo direttamente a raccogliere i sacchi. Il dialogo con il Comune c’è ma dopo cinque anni ci chiediamo se non sia il caso di iniziare a pensare a qualche altra azione, in particolare per fermare la piaga degli ingombranti. A ottobre faremo una riunione apposita».

Stesso scenario al porticciolo turistico di Sant’Erasmo, che si trova a circa cinque chilometri dal porto di Palermo e ad un chilometro e mezzo dalla Stazione Centrale e ospita soltanto piccole imbarcazioni a causa della scarsa profondità del fondale. Sant’Erasmo fa parte del gruppo di porticcioli da anni al centro di una battaglia legale tra l’amministrazione Orlando e l’Autorità Portuale che ha fatto un po’ dimenticare lo stato di abbandono in cui versa la caletta. In una diretta Facebook sulla pagina di Sii turista della tua città – Palermo una volontaria, accompagnata da decine di altri ragazzi, ha raccontato di aver trovato «una situazione tragica. Abbiamo lavorato per tutto il pomeriggio trovando di tutto ma la giornata è stata proficua e tante persone sono venute ad aiutarci o anche soltanto a chiedere cosa stessimo facendo. Molte si sono messe i guanti e ci hanno dato una mano, giovani, adulti, perfino bambini. Il degrado era totale, abbiamo raccolto 40 sacchi di immondizia in tre ore».

Proprio durante la diretta Facebook alcuni volontari, scavando nella sabbia, scoprono perfino i resti di una barchetta sotterrata. «Noi non vogliamo stare farmi a lamentarci e ad aspettare che le cose cambino dal nulla, oppure semplicemente scappare – insiste la volontaria -. A Palermo non manca nulla, abbiamo posti bellissimi ma non siamo in grado di valorizzarli e sfruttarli. Ognuno di noi può fare qualcosa. Non ci fermeremo». 


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