Proiettato allAuditorium dei Benedettini il documentario Un paese diverso, di Silvio Soldini e Giorgio Garini. Uno spaccato sul mondo cooperativo, unoccasione per discutere di sviluppo sostenibile. Peccato per il taglio fin troppo pubblicitario della serata
Se il supermarket diventa un film
Un modo diverso di vivere il supermercato, non più come luogo asettico dove acquistare i prodotti, o dove svolgere aridamente il proprio lavoro, ma piuttosto come luogo di confronto e opera collettiva per tutti coloro che vogliano vivere in maniera attiva il proprio rapporto con il territorio. Questo e non solo, è il messaggio trasmesso dal documentario “Un paese diverso”, proiettato lunedì sera, presso l’auditorium Giancarlo De Carlo del Monastero dei Benedettini.
Realizzato da Silvio Soldini e Giorgio Garini, su commissione della Coop, il documentario cerca di raccontare il mondo delle cooperative, seguendo le piccole storie dei personaggi che la vivono in prima persona. Vengono così messi in risalto alcuni servizi aggiuntivi offerti dalle coop rispetto ad un normale supermercato, come il recapito della spesa ed il prestito di libri a domicilio, offerto alle persone anziane o disabili.
Il documentario ci porta inoltre all’interno delle assemblee dei soci, riprendendo alcuni interventi di semplici soci-cittadini, dove emerge la grande attenzione che viene rivolta alle tematiche sociali ed ambientali come la questione degli imballaggi.
Ulteriore aspetto messo in risalto, è quello dello stato d’animo dei dipendenti intervistati, che si presentano come parte attiva in un progetto che non ha come solo scopo il mero guadagno economico.
Sempre più stretto è poi il legame instaurato tra le cooperative e la produzione e distribuzione di prodotti biologici, vari sono i piccoli operatori del settore intervistati dai due registi. Tra questi anche i ragazzi di Libera Terra, che lavorano nei terreni confiscati alla mafia, e che hanno trovato proprio nelle cooperative un importante sostegno per lavorare e distribuire i propri prodotti.
Guardando questo documentario, non si può non intravedere nelle realtà cooperative una possibile strada verso lo sviluppo sostenibile, un modello in cui l’uomo nel senso più umano del termine, torni finalmente al centro di ogni logica, un paese ed un mondo davvero diverso da quello che conosciamo oggi.
Il documentario, già proiettato attraverso le ottanta sale del cinema digitale Micromega, è stato recentemente riproposto anche a Londra in occasione del London International Documentary Festival. Quanto alla proiezione di lunedì, unica pecca della serata è stato forse l’eccessivo approccio in termini di marketing della serata, con tanto di hostess e cartellone che annunciava la prossima apertura di un centro Coop a Gravina di Catania. Assente invece, contrariamente a quanto annunciato, il regista Giorgio Garini.