La struttura universitaria catanese sarà accorpata al Vittorio Emanuele? Forse accadrà davvero, forse no. Ma i sindacati sono preoccupati. E la Uil avverte: non si può abbandonare la ricerca scientifica
Se il Policlinico diventa (solo) un ospedale
Pubblichiamo una nota diffusa dalla segreteria regionale della Uilpa Università, indirizzata ai Rettori delle Università di Catania, Palermo e Messina, ai direttori generali delle Aziende Policlinico delle stesse città e allassessore regionale alla Sanità.
Pensavamo che si trattasse dellultima bufala sanitaria quando ci hanno comunicato che circolava la notizia di un possibile accorpamento dellAzienda Vittorio Emanuele di Catania con il Policlinico Universitario della stessa città.
Leggendo le cronache recenti sembra che la cosa sia veramente seria. Certo, la fantasia nel nostro Assessorato Regionale alla Sanità sembra proprio non avere limiti. Di contro ci preoccupa la reazione timida dellUniversità e appare addirittura incomprensibile il silenzio della Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Per una migliore comprensione occorre approfondire la questione dei ruoli delle due Aziende; gli obiettivi, i compiti istituzionali e sopratutto i diritti di proprietà.
LAzienda Ospedaliera Vittorio Emanuele svolge prevalentemente attività assistenziale pur in presenza di alcuni pezzi del triennio clinico della Facoltà di Medicina; mentre appare fin troppo evidente che il compito precipuo del Policlinico è quello di formare i futuri operatori della sanità in un ambiente nel quale la ricerca scientifica diventa il motore principale anche dellattività assistenziale.
Per quanto riguarda la sola attività assistenziale, essa va omogeneizzata di concerto con lassessorato regionale al fine di evitare duplicazioni di offerta nellambito del territorio di riferimento.
Le prestazioni assistenziali che il Policlinico garantisce sono normate da una serie di accordi, sia economici che di governo, tra lUniversità e il SSR che regolano diritti e doveri del personale e che, tra laltro, dovrebbero assicurare loro il trattamento economico della sanità pur conservando lo stato giuridico universitario nel rispetto del CCNL che, per i policlinici, è appunto quello del comparto università.
Sembra logico che il piano di rientro economico imposto alla regione Sicilia non può che essere modulato in funzione di tutta una serie di considerazioni, una per tutte, la individuazione dei compiti istituzionali di ciascuna struttura.
Paradossalmente per risparmiare sulle prestazioni sanitarie si rischia di impedire lo svolgimento dellattività formativa e di ricerca scientifica che rappresenta il compito istituzionale dellAzienda Policlinico.
Considerato che in Sicilia vi sono la metà dei policlinici cosiddetti ex a gestione diretta di tutto il territorio nazionale, appare legittimo chiedersi: a chi giova mantenere ed incrementare incertezze di governo che, fra accordi Stato – Regioni – Università, addendum vari (addendum non ancora applicato con conseguente malcontento generalizzato soprattutto sulla questione equiparazione ed indennità aggiuntive ospedaliere), finiscono per diventare terreno fertile sia per tentazioni spartitorie sia per polemiche strumentali?
E la Facoltà? Non è che nel caos generale prevale, in alcuni, il fenomeno del nepotismo e degli interessi fuori le mura dellAteneo?
Ed ancora: se le Università ritengono le Facoltà di Medicina e Chirurgia un peso per le altre Facoltà, perché non pensano seriamente a delle Scuole di Medicina a governo autonomo e con riferimento presso il Ministero dellUniversità e della Ricerca Scientifica anziché con la Regione?
Occorre evitare che eventuali fenomeni di malgoverno possano indebolire lautonomia delle Università che è sancita oltre da propri Statuti anche dalla Costituzione Italiana.
Auspichiamo perciò che ciascuno svolga il proprio ruolo con assoluto spirito di servizio e sopratutto che si facciano dei programmi di risparmio basati su concrete analisi delle singole realtà tenendo conto della inscindibilità delle attività di didattica, ricerca e assistenza.
Operativamente la UILPA ur della Regione Sicilia propone di creare un tavolo tecnico permanente fra le tre Università siciliane, i tre Policlinici, il Ministero dellUniversità e le OO. SS. di Comparto nel quale affrontare le varie problematiche connesse al ruolo dei Policlinici Universitari, alla razionalizzazione delle spese e agli obblighi contrattuali equiparativi da troppi anni disattesi evitando fantasiose ipotesi di accorpamenti che offendono anche la storia della nostra città.
Nelle more rinnoviamo lappello ai Rettori degli Atenei Siciliani a farsi garanti, senza indugio e senza timidezza, del rispetto del ruolo e dei compiti delle Facoltà di Medicina e della tutela del proprio personale.
Antonino Gatto – Segretario Regionale UILPA Università