ANCORA UNA VOLTA IL PRESIDENTE DELLA REGIONE HA DIMOSTRATO DI ESSERE UN ‘PROFESSIONISTA DELL’ANTIMAFIA’, APPLICANDO, A CONVENIENZA, IL RIGORE ETICO…
“Il sospetto è l’anticamera della verità”: questa, forse, è una delle dichiarazioni meno felici del compianto Padre Ennio Pintacuda. Parole da Santa inquisizione spagnola. Un’atmosfera che oggi riecheggia nella strana polemica che ha coinvolto l’onorevole Riccardo Savona, allontanato dall’assise dei Democratici e Riformisti non dai leader del suo Partito, ma dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, che oltre che leader del Megafono e iscritto al PD ha dimostrato di dettare legge anche tra i Democratici e Riformisti.
Non non abbiamo mai trattato bene l’onorevole Savona. Anzi, a pensarci bene l’abbiamo sempre trattato male ricordando i suoi continui salti pindarici da un Partito all’altro: ex democristiano, poi con Leoluca Orlando al Comune di Palermo, quindi con l’Udc di Totò Cuffaro. E, ancora, alla ‘Corte’ di Raffaele Lombardo nella passata legislatura con il suo Movimento popolare siciliano. E candidato alle ultime regionali con Grande Sud di Gianfranco Miccichè. da dove è approdato in una specie di secondo Movimento di Crocetta – i Democratici e Riformisti – da dove è stato messo alla porta.
Che cosa ci sia sotto, in questa vicenda non lo sappiamo. La storia della telefonata con Vito Nicastri, ex ‘re’ dell’eolico in Sicilia, vicino ad ambienti non esattamente cristallini non ci convince proprio. Né ci convince una vecchia indagine della Dia. E’ evidente che il governatore Crocetta ne sa più di noi. Ed è anche logico: essendo espressione di ambienti dove c’è di tutto e di più (soprattutto di più…) non c’è da stupirsi.
Quello che disgusta di questa storia è il metodo. Si può attaccare così un uomo politico?
“Il nostro codice etico è più severo di quello del PD”, dice il capogruppo dei Democratici e Riformisti, Giuseppe Picciolo, Inquisitore improvvisato. Il quale non sa che nel Megafono di Crocetta, stranamente, questa severità non c’è proprio, se è vero che, come capogruppo all’Ars, i crocettiani si tengono Giovanni Di Giacinto, un personaggio che, da Sindaco di Casteldaccia, ne ha combinato di tutti i colori.
Perché l’onorevole picciolo non assume notizie su Di Giacinto? Magari chiedendo ‘lumi’ allo stesso Crocetta e al senatore Giuseppe Lumia…
Su Live Sicilia leggiamo la seguente frase che ci lascia di stucco: “I componenti del gruppo parlamentare hanno chiesto a Picciolo di applicare il codice deontologico del partito, che prevede la sospensione dalle cariche in presenza di vicende sospette”.
Torniamo al “sospetto come anticamera della verità”: però a uso e consumo del governatore Crocetta: rigorosissimo con Savona e di bocca buona con l’ex Sindaco di Casteldaccia.
Che coerenza, signori! Che serietà! Che grande moralità politica…
Un microfono con pentagramma tatuato sul braccio destro, piercing al naso e i capelli corti.…
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