Scuto, la Cassazione chiamata ancora a decidere Accusa vuole sentire pentito Francesco Franzese

Il processo Scuto? Paragonabile a un gioco di percorso, dove i contendenti spostano le pedine con l’obiettivo di arrivare per primi a un traguardo. Lo striscione dell’arrivo, in questo caso, sembra però sempre più lontano nonostante i partecipanti si affrontino praticamente dal 2001. L’anno del primo arresto di Sebastiano Scuto. L’imprenditore, originario di San Giovanni La Punta, ex re dei supermercati a marchio Aligrup, è accusato di aver costruito i suoi successi a braccetto con il clan mafioso dei Laudani. Dopo la seconda sentenza d’Appello, che lo ha condannato a otto anni per associazione mafiosa, la vicenda tornerà ancora davanti la corte di Cassazione. A impugnare la documentazione sono stati sia la procura generale sia gli avvocati difensori di Scuto. I professori Franco Coppi e Giovanni Grasso vogliono l’annullamento.

L’accusa chiede invece ai giudici ermellini di piazza del Tribunale che il processo torni per la terza volta in secondo grado. Da sentire, per i magistrati Salvatore Scalia e Miriam Cantone, c’è il collaboratore di giustizia palermitano Francesco Franzese. Un nome già emerso nella storia di questo processo e sul quale si basano le contestazioni sull’espansione imprenditoriale in provincia di Palermo da parte dell’imprenditore puntese. Un punto che i giudici nelle motivazioni depositate nel 2016 avevano bollato come «privo di evidenze probatorie», assolvendo Scuto. Scelte e posizioni diametralmente opposte con quelle del primo processo d’Appello. È il mese di aprile 2013 quando i togati etnei condannano l’imputato a 12 anni, ritenendolo pienamente colpevole anche per i suoi rapporti nella Sicilia occidentale. Esito che viene però ribaltato proprio nel primo passaggio in Cassazione nel 2014. Quando la sentenza viene annullata e rinviata a un nuovo collegio giudicante.

Oggi pentito, ex reggente del mandamento di PartannaMondello e uomo di fiducia dei restauratori dei Cosa nostra Salvatore e Sandro Lo Piccolo, Francesco Franzese ha già fatto parlare molte volte di sé nella storia di questo processo. Nel 2008 in un confronto all’americana durante il primo processo a Scuto, il pentito non lo riconosce nonostante lo accusasse di essere stato tra i partecipanti a un presunto summit mafioso nel quartiere palermitano di Passo di Rigano. Nel primo processo d’Appello Franzese non viene ascoltato e sono gli ermellini romani ha chiederne l’audizione definendolo «prova decisiva» dopo l’annullamento con rinvio. Nell’ultimo processo in secondo grado però i giudici della seconda sezione d’Appello – Dorotea Quartarato, Antongiulio Maggiore e Francesca Pulvirenti – scelgono di mantenere la posizione e non chiamarlo come testimone. Per l’accusa invece è proprio Franzese il testimone che può chiarire la scalata imprenditoriale palermitana, che sarebbe avvenuta in comune accordo sia con Giuseppe Grigoli, imprenditore marchiato Despar e prestanome del super latitante stragista Matteo Messina Denaro, che con Vincenzo Milazzo, socio della K&K. 

Non meno complicata è la questione relativa alla confisca dell’immenso patrimonio dell’imprenditore 75enne. Per il collegio giudicante dell’ultimo processo, la linfa vitale di Aligrup – azienda nata nel 1987 e concessionaria del colosso Despar in Sicilia orientale – non sarebbe integralmente da attribuire alla mafia. La società, pur essendo ritenuta la lavatrice del denaro dei Laudani, avrebbe infatti beneficiato anche dei capitali leciti di Scuto. La percentuale della confisca viene quindi confermata nella cifra del 15 per cento delle quote societarie. Un numero a cui si arriva anche dopo un’offerta di acquisto di alcune quote da parte di Soipa spa, nel 2010. Una proposta che, secondo il pg Gaetano Siscaro, celerebbe l’interesse di Scuto a rientrare in possesso di parte dell’azienda e su cui i giudici hanno a lungo discusso nei vari gradi del procedimento. Per poi confermare la percentuale di confisca nell’ultimo processo d’Appello. Attesa anche per l’altro procedimento sul patrimonio personale di Scuto, che si è celebrato davanti al tribunale per le misure di prevenzione. I giudici d’Appello a breve dovrebbero depositare l’ordinanza, dopo la chiusura delle udienze a fine gennaio. 


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Nella settimana che dà il via ufficiale alle feste, con la ricorrenza di lunedì 8 dicembre, l’oroscopo della nostra rubrica astrologica è inaugurato da una splendida Luna. Inizia benissimo per i segni di Fuoco Ariete, Leone e Sagittario: molto accesi da fameliche passioni. In casa Terra, assestamento e sicurezza per Toro e Vergine, mentre il […]

Settimana di inizi, aperta da un lunedì 1 dicembre, che nell’oroscopo tocca a Venere inaugurare, portando un ottimismo e una voglia di amare da tempo dimenticata dai dodici dello zodiaco! Fortunatissimi i segni di Fuoco – Ariete, Leone e Sagittario -, che godono dei favori del Sole e della Luna, entrambi di fuoco. Ottimo anche […]

Il cielo di dicembre 2025 inizia romantico, con la bella Venere che arriva in Sagittario, e l’oroscopo del mese promette che ci sarà modo di apprezzare la forza discreta delle passioni. Molto favoriti i segni di Fuoco – Ariete, Leone e Sagittario – ma, dopo giorno 20, anche i segni di terra: Toro, Vergine e […]

Tutti pazzi per gli incentivi per le auto elettriche 2025. Nonostante i fondi esauriti in poche ore, rimangono alcune domande per i fortunati possessori del voucher. Ma anche alcune possibilità per chi non è riuscito ad accaparrarsi l’ecobonus, pur volendo acquistare un’auto elettrica. Proviamo a fare chiarezza con l’aiuto degli esperti di Comer Sud, concessionaria […]