Formazione d'eccellenza catanese in equilibrio precario. Dopo le dimissioni del presidente Enrico Rizzarelli, si è arrivati a una sorta di ultimatum: o si ottiene l'autonomia o non si avvieranno nuovi cicli. Il presidente pro tempore Giacomo Pignataro si dice ottimista, ma Giuseppe Berretta, deputato del Pd avverte: Dobbiamo essere prudenti
Scuola superiore: finché c’è vita c’è speranza
Esiste da dieci anni, i suoi studenti lavorano alla Ferrari, conducono ricerche per il Mit e vantano più di 70 pubblicazioni. È l’unica (assieme a quella di Lecce) del meridione e ha contatti con molti paesi del bacino del Mediterraneo. Unica pecca? Non ha ancora ottenuto il riconoscimento dell’autonomia (cioè una personalità giuridica indipendente rispetto all’Ateneo catanese).
È la Scuola superiore di Catania, il polo universitario d’eccellenza che accoglie ogni anno i migliori studenti della Sicilia e non solo.
Poche settimane fa, durante il Consiglio d’Amministrazione dell’Ateneo, è stato nominato presidente pro tempore Giacomo Pignataro – docente della facoltà di Economia – dopo le dimissioni irrevocabili di Enrico Rizzarelli.
Durante la stessa seduta, il CdA ha chiesto di accelerare il processo di riconoscimento dell’autonomia; solo in questa maniera, la Scuola potrà usufruire dei fondi di funzionamento ordinario (Ffo) elargiti dal Ministero. In caso di lungaggini eccessive o ostacoli di qualsiasi genere non saranno attivati nuovi cicli di attività. Nessun bando di iscrizione per il 2009-10, quindi.
Pignataro ammette che la situazione della Scuola superiore è ancora in bilico: «Abbiamo una situazione preoccupante perché i finanziamenti per l’attività ordinaria della Scuola sono terminati nel 2006. È estremamente importante e urgente avere certezze sul nostro finanziamento».
Con i tagli alle università, l’Ateneo di Catania non può sostenere da solo la sopravvivenza del polo d’eccellenza e dopo l’allarme di luglio lanciato dagli studenti stessi e il successivo “prestito-ponte” concesso, il rischio di non poter attivare il prossimo ciclo è serio.
Il neo-presidente conserva però qualche speranza fondata sugli ottimi risultati raggiunti negli anni: «Sono molto fiducioso che i nostri interlocutori istituzionali possano riconoscere le nostre ragioni e darci un finanziamento che servirà esclusivamente per realizzare attività nei confronti dei nostri studenti e non servirà per creare o moltiplicare corpi accademici. Il messaggio da dare ai ragazzi è che noi ce la possiamo fare, perché abbiamo le carte in regola».
Per sollecitare il Governo, Giuseppe Berretta – parlamentare catanese del Partito democratico – ha presentato due interrogazioni indirizzate al ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini. interrogazione 1 – interrogazione 2
«L’autonomia è essenziale, non è un vezzo. È un’esigenza» afferma. «La nostra idea è di formulare un documento sottoscritto da tutti i parlamentari del territorio, a prescindere dall’appartenenza, in cui si perori la causa della scuola superiore».
Onorevoli siciliani chiamati a raccolta, dunque. Ma la situazione non è di certo rosea. «Dobbiamo dire con estrema chiarezza che non siamo assolutamente tranquilli. Dobbiamo essere prudenti. Non è una polemica, ma è una constatazione: l’attenzione per la scuola e l’università pubblica di questo Governo è sicuramente inadeguata».
L’eccellenza, in questo Paese e in questa città, sta ancora alla finestra.