Scrivilo sui muri

Originale forma di comunicazione quella delle scritte sui muri, cui si affidano gli istinti e i sentimenti più pressanti, non sempre i più nobili. Lì dove le passioni si accendono maggiormente, dietro la maschera dell’anonimato, in pochi tratti colorati si svelano amori impossibili e persecutori, poeti da trivio, pamphlettisti di una nuova etica politica. Soggetti tutti da scoprire, cui magari gli occhi della fidanzata nulla ispirano, ma la vista dei colori della squadra avversaria istiga alla scapigliata rima, in buona metrica, “VERGOGNA – FOGNA”.

Sarà capitato a tutti di seguire dai finestrini delle proprie auto l’epopea sentimentale di Stefi, ci auguriamo andata a buon fine, o quella infelicissima e disperata per Yogu che per anni incuriosì i ragusani. Un qualsiasi psicologo troverebbe interessante analizzare un sentimento che si fa minaccia (TI AMO RASSEGNATI), mentre qualcun altro si limiterà a sorridere di fronte a un “TI AMO PER SEMPRE”, suggellato per contrasto, involontariamente ironico, dall’estrema contingenza di una data.

Il fascino di questa forma di comunicazione, però, risiede nel loro essere opere aperte e democratiche, senza copyright. È possibile così, che una frase minacciosa e terrorista quale “TREMATE LA VENDETTA E’ VICINA” possa vedere tramutati i suoi termini più bellicosi in “FRENATE” e in un immaginifico “MERDETTA”. A completare l’opera, visto che ci troviamo in una stretta curva in discesa, la geniale aggiunta “E SI SCIVOLA”. Fin qui, tutto chiaro, se vogliamo curioso, ma chiaro. Ultimamente, però, proseguendo quest’indagine sono stato colto da una fantasia umoristica ed inquietante insieme; perché alcune di queste scritte si negano a qualsiasi logica interpretativa, cadono nel nonsense più puro, sfiorando il surreale. “GIGI ALE DI POLLO!” si legge a Santa Croce Camerina, dove non sfugge l’audace plurale di “ala”, ma tutto il resto, inesorabilmente sì. E mi sento allora come i miei nonni quando ascoltavano l’ufficiale di Radio Londra. Mi sto in sostanza convincendo che anche questa assurda grammatica, questi codici misteriosi occultino una qualche manovra carbonara, una P3 celata dietro messaggi cifrati, con un linguaggio intelligibile solo agli adepti. A meno che non abbiate voi una spiegazione per il graffito mozzafiato posto sotto al cavalcavia di C.da Pizzillo: “FAMMELO CARMELA, FAMMELO IL CAFFE’”

Vincenzo La Monica

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