Quasi 5 milioni di scozzesi oggi decideranno se diventare un Paese indipendente, staccandosi dal Regno Unito dopo 307 anni. L’unica cosa certa è che qualunque sia il risultato, per Edinburgo oggi comincia una nuova storia. Anche se vincessero no, infatti, nei piani di Londra c’è la concessione di una più ampia autonomia.
La vittoria del fronte del ‘sì’, invece, innescherebbe 18 mesi di negoziati tra i leader scozzesi e i politici di Londra su come i due Paesi dovranno dividere le loro istituzioni in vista del 24 maggio 2016, giorno fissato per l’indipendenza della Scozia.
Dall’uso della Sterlina come valuta alla divisione dell’esercito: sono tante le questioni pratiche che si dovranno affrontare e che riguarderanno tutti i 64 milioni di abitanti del Regno Unito, non solo i 5,3 milioni della Scozia.
Una Scozia indipendente potrebbe anche portare conseguenze per tutte le 28 nazioni dell’Unione europea, stimolando movimenti secessionisti in tutto il mondo, dalla Catalogna in Spagna alle Fiandre in Belgio, fino all’Italia dove da Nord a Sud non mancano regioni stanche di essere governate da Stati asserviti alle elitè.
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