Un nuovo capitolo sulla vicenda delle province in Sicilia si prepara a essere scritto. La giunta ha approvato il disegno di legge per la reintroduzione degli enti provinciali, aboliti prima dal governo Crocetta e poi, con una legge nazionale, dalla riforma Delrio, dal nome del ministro dell’allora governo guidato Matteo Renzi. «Questo è un altro bel giorno – dice Renato Schifani, presidente della Regione siciliana – Vogliamo rafforzare le funzioni sul territorio di un organismo che in passato ha funzionato. Ricordo a me stesso che se ci fosse stato in occasione della tragedia di Rigopiano (avvenuta in Abruzzo nel 2017, ndr) non ci sarebbero stati quei morti. Una tutela del territorio, una manutenzione migliore delle strade provinciali, più efficienza, questo ci sta a cuore. Tanti milioni di italiani rimpiangono quell’istituto».
L’abolizione delle province era stata vista anche come l’eliminazione di uno spreco a livello economico, anche su questo Schifani risponde. «I costi saranno gli stessi – continua – le province abolite sono state rimpiante da tutti gli italiani, non vedo grandi resistenze sulla reintroduzione, perché i cittadini hanno capito come la riforma Delrio sia stata un grande fallimento legislativo». Fatto il disegno di legge, ora c’è da incontrare Comuni ed enti interessati per disegnare i perimetri d’azione delle province. «Ci sarà naturalmente un’intesa sia con l’Anci che con l’Upi – prosegue Schifani – una concertazione, delle audizioni in commissioni, ma il dado è tratto, partiamo da uno schema storicamente condiviso che in passato ha funzionato».
Secondo il presidente della Regione, Comuni e Regione non saranno depotenziati dalla reintroduzione delle province, che ritorneranno con le stesse funzioni di quando sono state abolite. Addio dunque ai sindaci metropolitani: una volta diventato legge il disegno, i primi cittadini di Catania, Palermo e Messina si occuperanno soltanto delle rispettive città e la loro figura non sarà sovrapposta a quello del presidente della provincia. «È tutto pronto – dice l’assessore regionale alle Autonomie locali Andrea Messina – Se il governo nazionale riuscirà ad abrogare in tempi brevi la riforma Delrio, potremmo votare già a settembre. Se così non dovesse essere, si voterà in primavera».
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