Il mare di Catania ha perso ancora una volta la possibilità di essere premiato con la bandiera blu dell'Unione europea. La ragione, secondo i militanti di Sinistra italiana, sono da individuare nel sistema che porta i reflui nelle acque: «L'amministrazione forse non sa che sta commettendo un reato», dichiara Marcello Failla
Scarichi fognari in mare, coinvolti lidi Playa e centro città «Gli escrementi umani sono assolutamente inquinanti»
«Da 65 anni il 75 per cento delle abitazioni cittadine non sono servite dalla rete fognante e il Comune di Catania lascia liberamente scorrere a mare i liquami». A parlare sono Marcello Failla e Maria Luisa Barcellona, i militanti di Sinistra italiana che, da anni, denunciano le condizioni disastrate in cui si trova il sistema di scarico etneo. Come già raccontato da MeridioNews, la rete fognaria di Catania è incompleta, i liquami finiscono in mare e la Comunità europea, per questo, ha sanzionato la Sicilia con un provvedimento di infrazione da 180 milioni di euro. Ma, questioni economiche a parte, il problema riguarda sopratutto le condizioni sanitarie delle acque in cui, ogni estate, i cittadini catanesi si immergono durante la stagione balneare. «Le sanzioni sono importanti ma non tralasciamo la questione, ben più grave, dell’inquinamento antropologico – chiosa Luisa Barcellona – L’aumento della popolazione porta a un sovraccarico attualmente sprovvisto di copertura per quanto riguarda i depuratori». «Gli escrementi umani sono assolutamente inquinanti quando superano una certa concentrazione», conclude la docente universitaria.
Un «allarme», come lo definisce il partito di sinistra, la cui responsabilità ricade direttamente sull’amministrazione guidata da Enzo Bianco, nonostante le soluzioni che il Comune trova di anno in anno per deviare gli scarichi nel periodo estivo. «Vivere in una città dove il mare inquinato non è un triste e ineluttabile destino – continuano i due attivisti – ma frutto di gravi inadempienze del sindaco Bianco e della sua giunta». A partire da un decreto legislativo del 2006, scaricare acque inquinate in mare è diventato reato. Con pene che arrivano fino ai tre anni di reclusione. Per il completamento della rete il Comune di Catania aveva individuato nella società partecipata Sidra il soggetto attuatore dei lavori. Ma secondo l’assessora regionale Vania Contrafatto la scelta del sindaco è illegittima e Bianco avrebbe agito «contro la legge».
Osservando la mappa dei punti di scarico della città è possibile notare come, a partire dalla foce del Simeto, molti sbocchi coincidano con alcuni tra i più famosi lidi del litorale della Playa e punti caldi della città. Lido Roma, lido Don Bosco, lido Aurora, piazzale del Faro, il cosiddetto lido degli scecchi, il porto, la stazione centrale dei treni, il camping Jonio e, infine, il corso Italia. Proprio alla fine della centrale via cittadina, ai piedi di piazza Europa, gli esponenti di Sinistra italiana hanno mostrato alla stampa lo scarico fognario costruito a pochi metri del piazzale dove, durante i mesi più caldi, viene costruito il solarium comunale. Tre cartelli di divieto di balneazione circoscrivono l’area, attualmente lasciata all’incuria e alla sporcizia. Per questo motivo, con una lettera aperta, il gruppo politico chiede al primo cittadino di «convogliare per tutto l’anno gli scarichi urbani vero il depuratore di Pantano d’Arci».