È l'invito che l'arcivescovo di Palermo ha rivolto oggi in cattedrale alla cittadinanza durante la solenne messa pontificale in onore della patrona che, secondo la fede dei palermitani, ha liberato nel 1625 la città dall'epidemia
Santa Rosalia, l’appello di Corrado Lorefice «Lottare uniti contro mafia e peste terrorismo»
«Lottare insieme senza arrendersi» affinché non ci sia più «la peste del terrorismo» e per sconfiggere i «poteri occulti mafiosi che rendono povera Palermo». È l’appello che l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice ha rivolto oggi idealmente in cattedrale a tutti i cittadini durante la solenne messa pontificale in onore della patrona Santa Rosalia che, secondo la fede dei palermitani, ha liberato nel 1625 la città dalla peste. Lorefice ha voluto così ricordare le vittime del terrorismo e, in particolare, quelle della strage che è avvenuta ieri notte a Nizza dove, durante la festa del 14 luglio, un camion ha falciato la folla provocando 84 morti.
«Attendere il Signore significa non spegnere l’amore – ha detto -, ma custodire l’entusiasmo per la vita, lavorare nel cantiere di questo mondo affinché non ci sia più la peste del terrorismo di matrice pseudo religiosa come a Dacca o stanotte a Nizza». Poi, il monito affinché ci sia un impegno analogo e lo sforzo di tutti per sconfiggere un’altra battaglia, quella contro Cosa nostra, perché «non ci siano più poteri occulti mafiosi che rendono povera e dipendente la nostra città e brulli i nostri monti, persino il Monte Pellegrino, quel dirupo che ha scelto di far diventare come sua dimora la nostra Santuzza». Per Lorefice il sacrificio di Rosalia ci ricorda che «dobbiamo combattere uniti – ha concluso – non stancandosi né scoraggiandosi, ma continuando a lavorare insieme».