Coldiretti Ragusa annuncia di volere incontrare l'assessore regionale all'Agricoltura Antonello Cracolici per discutere la richiesta dello stato di calamità naturale, dopo il maltempo di giovedì. Tanti gli imprenditori che hanno perso le coltivazioni, ma anche le strutture dell'azienda. «Siamo salvi per miracolo», commenta uno di loro
Santa Croce Camerina, la ripartenza nelle serre distrutte «Non solo raccolti perduti, dovremo bonificare i terreni»
«I sopralluoghi non sono stati ancora ultimati, quindi è impossibile azzardare cifre. Ma chi ipotizza un danno economico che si aggira intorno ai cinque-sei milioni di euro non è affatto lontano dalla realtà». Così il presidente di Coldiretti Ragusa, Gianfranco Cunsolo, sulla devastazione provocata dall’ondata di maltempo che si è abbattuto giovedì mattina in provincia.
Com’è noto, è stata colpita soprattutto la fascia trasformata che va da Scoglitti a Scicli, ma la bomba d’acqua si è concentrata soprattutto su Santa Croce Camerina. È qui l’area per la quale sarà richiesto lo stato di calamità naturale. «Anche altre porzioni di territorio sono state colpite, ma non si sono registrati danni come a Santa Croce – continua Cunsolo – dove aziende intere sono andate distrutte. Spazzate via dalla furia di acqua e vento non solo le produzioni, alcune in fase di raccolta, altre di semina, ma le stesse strutture. Già dai primi giorni della settimana prossima – annuncia – contatteremo la Regione per chiedere un incontro urgente con l’assessore Cracolici».
Secondo una prima stima il 60 per cento delle aziende di Santa Croce è stato danneggiato, con le conseguenze peggiori nelle serre vicine al mare. «I torrenti artificiali hanno spazzato via tutto. Sono crollati muri e recinzioni – spiega l’imprenditore Guglielmo Occhipinti – e sono stati danneggiati anche gli impianti fotovoltaici. Perse le produzioni di pomodori e cetrioli, di melanzane e peperoni. La piena ha portato con sé della terra non sterilizzata, che finisce per depositare batteri sulle coltivazioni, danneggiandole. Molte dovranno essere reimpiantate per evitare malattie infestanti».
Un’altra delle aziende colpite è quella di Giombattista Nicosia, a due chilometri da Santa Croce Camerina venendo da Scoglitti, in contrada Menta San Martino. «La mia azienda di famiglia – racconta – è di sette ettari e mezzo e accanto c’è quella di mio zio, per una superficie complessiva di dieci ettari. Diciottomila metri quadrati sono andati completamente distrutti. Persa la produzione di pomodoro quando mancava un mese e mezzo alla raccolta e danni anche alle strutture, perché hanno ceduto i sistemi che riparano le serre lateralmente. L’acqua è entrata e ha allagato tutto».
Per l’imprenditore si è trattato di un incubo che si ripete. «Danni simili li avevamo avuti circa dieci anni fa – commenta -. A distanza di giorni da noi non è ancora venuto nessuno, ma lentamente stiamo cercando di ricominciare anche se non è un’operazione veloce. Dobbiamo aspettare che il terreno si asciughi prima di bonificare, e c’è tutta la plastica da sistemare». Giovedì scorso oltre allo scoramento per i danni subiti c’è stata anche la paura. «È un miracolo che siamo tutti salvi – conclude -. Ci siamo messi al riparo verso le 7.30 perché abbiamo capito che le cose si stavano mettendo male e un quarto d’ora dopo la situazione è precipitata».