Il reparto fantasma dell’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto è la goccia che fa traboccare il vaso. Nei giorni scorsi il Co.A.S. – il coordinamento di azione sindacale dei dirigenti medici – ha chiesto l’immediata revoca della nomina a direttore generale dell’Asp di Messina di Paolo La Paglia. «Il conferimento di tale incarico – si legge nel documento – appare del tutto illegittimo in quanto la nomina è avvenuta in data antecedente alla maturazione del requisito di ammissione alle selezione». Ovvero l’anzianità di servizio di dieci anni nella disciplina di organizzazione dei servizi sanitari di base.
La denuncia del segretario Emilio Cortese e del coordinatore provinciale Mario Macrì arrivano dopo una serie di avvenimenti, che hanno reso il clima di lavoro tutt’altro che agevole. L’ultimo è l’annuncio dell’arrivo di dieci letti con relativi defibrillatori e carrelli di emergenza all’ospedale di Barcellona annunciati dall’Asp di Messina il 27 marzo scorso. Lo scorso mese, prima Repubblica e poi la Rai, hanno portato alla luce le postazioni di terapia intensiva ancora incellofanate. «Da qualche giorno – si legge in una nota di La Paglia – si susseguono trasmissioni televisive, articoli sui giornali online e sulla carta stampata tramite i quali i soliti noti, nelle vesti di esperti clinici nonché raffinati depositari del sapere gestionale, si affannano nel tentativo di trovare colpevoli all’Asp di Messina». La Paglia ha anche promesso di trovare il responsabile dell’ingresso delle telecamere nella struttura sanitaria. Intanto la direttrice sanitaria Felicia Laquidara è stata trasferita a Lipari, con il suo avvocato che chiede «l’immediata revoca degli assurdi e arbitrari provvedimenti di trasferimento».
A fronte anche di queste esternazioni, il sindacato dei medici ha preso posizione nei confronti di La Paglia. L’attenzione è stata posta sui passaggi che hanno permesso a La Paglia di diventare manager. Dalla ricostruzione fatta dal Co.A.S. risulterebbe che il dirigente ha prestato servizio dall’1 dicembre 1989 al 31 ottobre 1999 all’Asp di Caltanissetta. Un arco temporale di poco inferiore ai dieci anni che non gli avrebbe dovuto consentire di diventare direttore dell’Asp nissena nel ’99. Per il sindacato, dunque, La Paglia non poteva essere inseirto nell’elenco regionali degli idonei alla nomina di direttore sanitario né in quello degli idonei a diventare direttore generale. Allo stesso modo non poteva essere nominato commissario straordinario del Papardo.
Intanto, ieri mattina, l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza ha nominato una commissione d’inchiesta per verificare le eventuali responsabilità dell’attuale management dell’azienda sanitaria provinciale nella gestione dell’emergenza Covid-19. Altre critiche a La Paglia, infatti, erano arrivate dal sindaco di Messina Cateno De Luca, che lo ha accusato di inadeguatezza. «Avevo inoltrato allo stesso assessore la richiesta di nomina di un commissario per l’emergenza Covid-19 per l’area metropolitana di Messina – commenta La Paglia – Mi rimetto con grande serenità alle determinazioni della commissione regionale». In merito alle accuse al proprio curriculum, La Paglia, contattato da MeridioNews, chiosa: «La mia coscienza è a posto, avevo i requisiti per svolgere gli incarichi che mi sono stati assegnati».
«È necessaria una seria verifica sui dirigenti generali, periodica e legata agli obiettivi da raggiungere – dichiara Attilio Andriolo, medico e membro di CittadinanzAttiva Sicilia – ne trarrebbero vantaggio anzitutto i cittadini, e così facendo il volto della sanità regionale cambierebbe molto e sicuramente in meglio».
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