Sanità, ispezione del M5s negli ospedali catanesi Da Paternò a Bronte, criticità figlie del piano sanitario

Sopralluogo negli ospedali del catanese da parte della deputata nazionale del Movimento 5 Stelle Giulia Grillo, componente della commissione Affari sociali alla camera dei deputati. Un tour organizzato per conoscere lo stato di salute della sanità siciliana. La deputata prima fa i conti: ogni anno il fondo sanitario nazionale mette a disposizione circa 8,5 miliardi di euro e che dentro gli ospedali della nostra regione ci sono 16.993 posti letto, suddivisi in 14.743 per acuti e 2.250 per post-acuti (si tratta di letti per la lungodegenza e la riabilitazione). La classifica dei Livelli Essenziali di Assistenza colloca la Sicilia a metà tra tutte le regioni italiane con 165 punti (la Toscana ne ha 214). «Ma – precisa Grillo – ci sono delle gravi lacune come la quasi totale assenza di prevenzione riguardo gli screening oncologici e un bassissimo tasso di assistenza residenziale presso le RSA e domiciliare (questo comporta tempi di degenza più lunghi dentro gli ospedali). Bisogna sapere inoltre che sono molti i siciliani che decidono di farsi curare fuori dalle Regione e questo ha un costo per la sanità di circa 200 milioni: Vogliamo capire perché questo succede. E’ giunto il momento di dire basta ai viaggi della speranza verso altre regioni e ai tempi di attesa infiniti per le giuste cure che dobbiamo ricevere». 

Prima tappa l’ospedale Santissimo Salvatore di Paternò, dove la deputata è stata accompagnata dal comitato Difendiamo l’ospedale. Che si batte per evitare la trasformazione, come previsto dal decreto regionale sulla rimodulazione della sanità, del pronto soccorso in PTE (presidio territoriale d’emergenza): «Vogliamo capire se la riorganizzazione della rete ospedaliera, e quindi dell’ospedale di Paternò – ha spiegato Grillo – porterà ad una chiusura del pronto soccorso, dato che già è stato chiuso il punto nascita. Stiamo cercando di comprendere se la scelta di dirottare tutto sull’ospedale di Biancavilla sia adeguata». La visita è proseguita proprio nella struttura ospedaliera di Biancavilla, dove la deputata ha individuato alcune criticità. In primis l’assenza di macchinari per il nascente pronto soccorso; in secono luogo una pianta organica carente: «Rispetto al numero di posti letto che a regime dovrebbe avere l’ospedale biancavillese è sottodimensionata». Terzo nodo riguarda il tunnel previsto per il collegamento tra la nuova e la vecchia struttura. Un’opera che dovrebbe costare 500mila euro, ma che secondo Grillo invece costerà circa un milione.

«Tenendo conto del bacino di utenza, delle strutture presenti e di altri parametri come il numero di interventi di pronto soccorso, doveva essere l’ospedale di Paternò ad essere potenziato e a essere rifunzionalizzato quello di Biancavilla. Adesso non possiamo che prendere atto delle scelte». Per completare quest’ultimo ospedale bisogna ultimare il piano terra, dove dovrebbero essere collocati pronto soccorso e radiologia: solo a settembre la stuttura sarà pronta. Da Biancavilla a Bronte, dove il quadro è più fosco, secondo la deputata catanese, che elenca carenze di organico (per esempio a Pediatria), di macchinari o di semplici carrelli multi- funzioni, lavori non ultimati, triage assente al pronto soccorso. «Ma l’elemento più critico – ha detto Grillo – è l’assenza di una guardia attiva nel punto nascite, cosa che diventa pericolosa in situazioni di emergenza». 

Infine Grillo si è spostata negli ospedali di Giarre, dove il pronto soccorso è ormai chiuso e dove sussistono un PTE e alcuni ambulatori, e Acireale. A Giarre ha incontrato i rappresentanti del comitato per la difesa dell’ospedale che denunciano «disparità nel piano sanitario». Preoccupata la deputata pentastellata: «Conoscevo già le realtà sanitarie di Giarre e Acireale: ci sono criticità evidenti sui cui bisogna lavorare». Nei prossimi giorni le visite continueranno a Caltagirone e negli ospedali di Catania. 


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