L'associazione chirurghi ospedalieri italiani invita la regione siciliana a risolvere il problema. "senno' bloccheremo le sale operatorie"
Sanita/ Bando da 160 milioni di euro, ACOI: “I truffati sono medici, infermieri e cittadini”
L’ASSOCIAZIONE CHIRURGHI OSPEDALIERI ITALIANI INVITA LA REGIONE SICILIANA A RISOLVERE IL PROBLEMA. “SENNO’ BLOCCHEREMO LE SALE OPERATORIE”
“È inutile, tardivo e miope parlare di “truffa al sistema sanitario” siciliano, gli unici truffati dalla mala gestione del bando di gara per l’assicurazione sui rischi clinici delle aziende sanitarie siciliane sono medici, infermieri e cittadini”.
Lo afferma Diego Piazza, dell’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani (ACOI), in merito a quanto dichiarato dal presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, sulla vicenda dell’affidamento dell’incarico per la copertura assicurativa delle aziende sanitarie siciliane.
“I chirurghi siciliani – dice ancora Piazza – continuano a svolgere il proprio lavoro al limite delle loro possibilità, senza garanzie, e ora senza neppure una copertura assicurativa. Non siamo più disposti a tollerare questa situazione che sembra non avere sbocchi certi”.
“La proposta del presidente della Regione di utilizzare un fondo per ricorrere all’autoassicurazione – prosegue la nota dell’ACOI – è impraticabile, e Crocetta lo sa, perché qualora il fondo di garanzia dovesse esaurirsi ne risponderebbe l’operatore sanitario, e inoltre la Corte dei Conti potrebbe rivalersi per provocato danno erariale a causa dell’utilizzo del fondo”.
È da tempo che Acoi chiede di attivare una copertura assicurativa omogenea su tutto il territorio nazionale, per non creare difformità che andrebbero solo a danno del cittadino: i pazienti hanno diritto alla qualità delle cure e non possono scegliere chi li opererà solo sulla base di chi è meglio assicurato.
“A pochi mesi dallentrata in vigore dellobbligatorietà dellassicurazione professionale – conclude la nota ACOI – i medici siciliani si trovano nellimpossibilità di adempiere lobbligo di legge. Se dovesse persistere questa situazione potremmo essere costretti a non entrare più in sala operatoria. È necessario che il problema assicurativo venga risolto al più presto, per il bene della sanità e dei cittadini”.