San Cono, il video dell’aggressione ai migranti «Pezz’i medda, non c’avita veniri chiù o’ paisi»

«Medda, medda sì. Nun c’avita veniri chiù o’ paisi». Le urla, le mazze da baseball, la pistola puntata contro uno dei migranti. Sono le immagini dell’aggressione subita da quattro ragazzi egiziani, tra i 16 e i 17 annipicchiati a sangue sabato pomeriggio nei pressi del centro di accoglienza di San Michele di Ganzaria, nel Calatino. A pestarli, riducendone uno in fin di vita, sarebbero stati tre giovani del vicino Comune di San Cono, con i quali i minorenni avrebbero avuto alcune discussioni nei giorni precedenti al pestaggio. I fratelli Giacomo e Davide Severo (rispettivamente classe 1984 e 1993) e Antonino Spitale (classe1998) sono stati riconosciuti grazie al video realizzato da una delle vittime: sono stati ripresi in viso, con le armi in mano, mentre i giovani piangono e gridano per i colpi subiti.

L’agguato è avvenuto nel tardo pomeriggio di sabato, in una strada di campagna che porta al centro di accoglienza gestito dalla cooperativa San Francesco. Mentre i suoi connazionali se la sono cavata con qualche contusione e cinque giorni di prognosi, il 16enne M. M. si trova ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Garibaldi di Catania, in coma farmacologico dopo un delicato intervento neurochirurgico. Oltre ai colpi di mazza, ha ricevuto svariate botte in testa con il calcio della pistola, poi rivelatasi ad aria compressa.

I carabinieri di Caltagirone, che indagano sulla vicenda, sono alla ricerca di altri due giovani. Si tratta dei conducenti delle automobili, una bianca e una nera, con le quali gli aggressori sono arrivati sul luogo del pestaggio e con le quali, subito dopo, sono scappati. Le operazioni sono serrate. Anche se molti dei sanconesi solidarizzano con i concittadini, in un clima che appare ogni giorno più teso. Solo dieci giorni fa all’interno della comunità di San Michele di Ganzaria un altro fatto di cronaca aveva scosso il Calatino: alcuni migranti hanno sequestrato gli operatori del centro, durante una protesta che aveva al centro il pocket money, il bonus economico al quale gli ospiti hanno diritto. 


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