Continuano le indagini dopo gli arresti eseguiti nella notte tra il 15 ed il 16 marzo scorso. I carabinieri hanno scovato anche un’intercapedine occultata sotto la paglia accatastata, dopo la perquisizione nel rudere riconducibile a uno degli arrestati. Non si può escludere possa essere stato usato per ospitare latitanti
Armi e droga in un casolare di San Cipirello Nuovi risvolti inchiesta Brasca-Quattro.Zero
Ancora nuovi risvolti nell’ambito delle indagini legate all’operazione
Brasca- Quattro.Zero. I carabinieri del gruppo di Monreale, e in particolare i militari della Stazione di San Cipirello, hanno rinvenuto armi e droga occultati in un bidone in pvc in un canneto dietro a un casolare in Contrada Chiusa, nella campagna jatina, riconducibile a Domenico Lo Biondo, 55enne attualmente in carcere in seguito agli arresti eseguiti nella notte tra il 15 ed il 16 marzo scorso. In particolare al suo interno sono stati rinvenuti una pistola Beretta calibro 9 corto con la canna predisposta per l’istallazione di un silenziatore, un centinaio di cartucce di diversi calibri (12, 9, 38, ecc.) e 270 grammi circa di marijuana.
I carabinieri
hanno effettuato una perquisizione nel vecchio rudere, scovando un’intercapedine occultata sotto la paglia accatastata, nascosta tra il pian terreno ed il primo piano. Non si può escludere che tale rifugio possa essere stato usato in passato per ospitare latitanti. Al suo interno sono state rinvenute due cartucce calibro 12, di cui una esplosa. Quanto rinvenuto è stato sottoposto a sequestro mentre l’arma sarà inviata al Ris dei carabinieri di Messina per gli accertamenti balistici, al fine di accertare se la stessa sia riconducibile a delitti.
Non si fermano quindi le indagini dei carabinieri che continuano a perlustrare le campagne e i casolari dei presunti appartenenti al mandamento di San Giuseppe Jato, anche dopo l’esecuzione delle ordinanze emesse dalla Procura di Palermo.