«I siciliani non meritano strade e autostrade interrotte, ferrovie inefficienti, ma ospedali che funzionano e servizi», ha affermato il segretario della Lega Nord che è arrivato nell'Isola. Ad aspettarlo più contestatori che sostenitori. Attimi di tensione tra le parti. Prossima tappa Agrigento. Guarda il video
Salvini inizia il tour in Sicilia, contestato a Gela «Qui il problema non sono io, ma Crocetta»
Matteo Salvini torna in Sicilia e inaugura a Gela il tour a sostegno dei propri candidati in vista delle prossime elezioni amministrative. Trovando subito, nella città del governatore Rosario Crocetta, più contestatori che simpatizzanti. A separarli dai sostenitori del segretario della Lega Nord c’era un nutrito numero di agenti antisommossa. «Il problema di Gela non è Salvini, ma Crocetta», ha commentato lo stesso europarlamentare, rispondendo a chi lo ha criticato, alcuni giunti perfino da Catania. Salvini è stato costretto ad entrare dal retro del quartier generale del suo candidato sindaco, Antonio Giudice, in via Europa.
Principali animatori della protesta sono stati
gli attivisti del movimento No Muos, che da tempo hanno individuato anche Crocetta come bersaglio. Il segretario è giunto in città con quasi due ore di ritardo rispetto al programma previsto, dopo aver anche annullato il tour nel Catanese. E’ stato accolto da una parte dallo striscione con la scritta «respingiamo Salvini» e dai cori dei tifosi della curva Nord della città (a ricordare l’antimeridionalismo del segretario della Lega Nord), dall’altro da alcune decine di simpatizzanti, provenienti anche da Caltagirone e sostenitori del candidato sindaco Giudice, imprenditore.
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I siciliani non meritano strade e autostrade interrotte, ferrovie inefficienti, ma ospedali che funzionano e servizi», ha affermato Salvini, prima di sottolineare come il centrodestra si presenti a Gela spaccato. Il segretario della Lega non ha nascosto le sue ambizioni. A chi gli chiedeva quale candidato sosterrà in vista di un eventuale secondo turno, ha risposto: «Speriamo di arrivarci noi al ballottaggio». Previsione ottimistica, vista anche la presenza di undici candidati alla poltrona di primo cittadino. Prima di ripartire per Agrigento, dove dovrebbe tenere un comizio, Salvini ha avuto il temo per un rapido saluto con Giuseppe Di Dio, ex Articolo 4, critico nei confronti del matrimonio tra il suo ex partito e il Pd.
Fuori dagli angusti locali di via Europa, intanto, sono proseguiti slogan ed invettive di decine di contestatori riuniti sotto la sigla Mai con Salvini. «Ovunque vada Salvini polarizza lo scontro, provoca solo tensione e militarizzazione del territorio», spiega Fabio D’Alessandro, attivista No Muos, che sottolinea la presenza di elementi provenienti da ambienti di estrema destra di Catania: «Gli facevano da servizio d’ordine, evidentemente. Hanno provocato me ed altri, sono volati parole pesanti e minacce personali. C’è stato pure un contatto tra gli ultrà gelesi e i fascisti», precisa. Ricostruzione confermata anche dalle mamme No Muos di Caltagirone: «I suoi sostenitori erano contro di noi – dice Samantha – Ma erano senza argomenti e soprattutto con poca informazione, che è la cosa più preoccupante. Noi come antimilitaristi abbiamo fatto presente che è la guerra a provocare le migrazioni che tanto li disturbano».
«Se uno contesta civilmente, anche cantando
Bella ciao che è una canzone che a me piace, non ci sono problemi. Purché tutto avvenga civilmente», è stata la risposta di Salvini che ha dedicato un pensiero anche alla prossima città del suo tour. «Tra Gela con Crocetta e Agrigento con Alfano – ha sorriso – non so quale delle due città stia peggio».
[Video del movimento No Muos]