Allarena Argentina proiettato, alla presenza del regista, il film Salvatore Questa è la vita, primo lungometraggio interamente italiano prodotto dalla Buena Vista International
Salvatore, tra profumo di mare e pomodori di Sicilia
Regia: Gian Paolo Cugno
Sceneggiatura: Gian Paolo Cugno
Cast: Enrico Lo Verso, Galatea Ranzi, Giancarlo Giannini, Gabriele Lavia, Lucia Sardo, Ernesto Mahieux, Maurizio Nicolosi
Durata: 01:30:00
Genere: Drammatico
Distribuito da: Buena Vista International
Salvatore ha dieci anni, vive in Sicilia, guida lApe e coltiva pomodori. Salvatore al mattino presto, mentre tutti ancora dormono, esce in barca a pescare; la sera, nel buio e nellumidità, va a cercare lumache da rivendere lindomani al mercato. Salvatore è orfano di padre e di madre, vive con la nonna Maria e la sorellina Mariuccia. Non va a scuola perché la mattina deve andare dai grossisti a contrattare la vendita dei prodotti della sua serra e aggiusta il motorino della barca quando si rompe. Questa è la vita.
Marco Brioni, interpretato da Enrico Lo Verso, è un maestro elementare romano di origini siciliane, che viene mandato nel paese di Salvatore per un incarico annuale. Marco è così costretto a lasciare fidanzata, amici, settimane bianche e un mutuo da accendere per comprare casa e sposarsi. Marco arriva in Sicilia, e trova Salvatore, e trova la vita. Questa è la vita.
Salvatore Questa è la vita è il primo lungometraggio diretto da Gian Paolo Cugno, il primo interpretato dal giovanissimo Alessandra Mallia, e il primo che la Buena Vista International (alias Walt Disney, ossia il leader mondiale del cinema per ragazzi) produce in Italia con cast, crew e storia completamente locali. La pellicola è stata proiettata allArena Argentina, alla presenza del regista Cugno e dellattrice Lucia Sardo, introdotti dalla professoressa Maria Lombardo, giornalista de La Sicilia.
Il film sta portando avanti, a quasi un anno dalla sua uscita nelle sale, una discreta carriera internazionale: ha partecipato al Giffoni-Hollywood a Los Angeles nel maggio scorso, ed è stato recentemente distribuito nei paesi spagnoli. La storia è semplice e diretta, e si sposa con una fotografia solare e luminosa, che proietta sullo schermo il sole e il mare di Sicilia. Al tempo stesso, però, il film, zoppica, e non poco: nei dialoghi, nei ruoli assegnati agli attori, nello sviluppo. Spesso le battute sono canoniche, scontate: ci dicono poco di ciò che i personaggi pensano, o sul perché del loro agire, del loro essere in un modo piuttosto che in un altro. Salvatore è tenuto docchio dai servizi sociali, rappresentati dalla giovane Laura, assistente sociale interpretata da Galatea Ranzi. Del personaggio sappiamo che si sente in colpa perché un tempo non ha fatto al meglio il suo lavoro, e che per questo adesso è inflessibile nel suo proposito: Salvatore e la sorellina dovranno essere affidati ad una casa famiglia. Alla fine, come nelle migliori favole Disney, tutto però si risolve: Laura cambia idea quando Marco prende in affido i due fratellini, e tutti vivranno felici e contenti
Nel ruolo del grossista cattivo, ma che poi si rivela anchegli di aiuto al giovane Salvatore, troviamo un Giancarlo Giannini che rispolvera il suo accento siciliano e si rende antipatico al punto giusto per essere il dark-side del buon maestro Marco, talmente altruista da risultare un poco stucchevole. Nei panni del direttore della scuola elementare, invece, Gabriele Lavia, che offre un paio di siparietti comici gigionegiando al punto giusto con il suo mestiere teatrale, come anche Lucia Sardo nei panni della nonna, vecchietta un poco rimbambita…
Il film è destinato ad un pubblico giovane, e vi sono alcune scene che colgono nel segno, e fanno sorridere e commuovere: quando la amichetta di Salvatore gli prepara un enorme panino con la Nutella, facendoglielo trovare dietro lo sterzo dellApe , oppure quando il bambino scappa sulla tomba dei genitori e vi si addormenta sopra, rannicchiato. Nel complesso, però, un po troppi i luoghi comuni e i tentativi deliberati di far commuovere lo spettatore, stile Cuoredi De Amicis. Lantifrasi del titolo, Questa è la vita, è fin troppo scoperta: forse meno pathos diretto e più scavo interiore non sarebbero stati una cattiva idea