Rinzivillo, capo al servizio dei fratelli detenuti Da manifestazioni di potere a richiesta di consigli

Magari non «cristianu d’azioni» come il gemello Ginetto, ma sempre uno che ha avuto la possibilità di scegliersi come padrino per l’affiliazione a Cosa nostra un boss del calibro di Piddu Madonia. Con tanto di cerimonia che si sarebbe svolta all’interno del carcere di Rebibbia, durante la pausa di un’udienza. Per tracciare il ritratto di Salvatore Rinzivillo – tra i 37 arrestati nell’ambito delle due operazioni antimafia di ieri nonché ritenuto al vertice dell’omonima famiglia mafiosa di Gela – si può partire da qui: dalle differenze con i fratelli Antonio e il già citato Ginetto, all’anagrafe Crocifisso, e l’eredità raccolta quando ai due vengono comminati rispettivamente l’ergastolo e 30 anni di carcere.

Ciò perché – per quanto i magistrati lo ritengano reggente, con capacità di gestire sia i rapporti con gli altri clan che gli affari legati a droga, estorsioni e riciclaggio – Salvatore Rinzivillo arriva al vertice soltanto quando c’è da sostituire i più autorevoli fratelli. Di ciò ne sono convinti gli investigatori che, dal tenore dei colloqui che l’uomo ha in carcere con i due, deducono che anche da dietro le sbarre «Antonio e Crocifisso continuassero a comandare»; ma pure due fedelissimi dello stesso Salvatore che, intercettati, si lasciano andare ad alcune considerazioni. «Chistu cristianu d’azioni un nu fazzu», dice uno, paragonando le differenze caratteriali tra i fratelli. Parere che trova conferma nelle parole dell’interlocutore: «Salvatori paceri è». La discussione va avanti con i due che ricordano come «ddrocu Antoniu cumanna», anche se Ginu sarebbe quello più «sangunusu».

Tali valutazioni, tuttavia, non devono fare pensare che il clan Rinzivillo non fosse in mani solide. Il curriculum criminale di Salvatore, in tal senso, parla chiaro: oltre a due condanne per traffico di droga subite a fine anni Ottanta, il 57enne viene condannato per mafia una prima volta nel 2001, con il reato commesso nella provincia di Caltanissetta, e una seconda nel 2010, quando è ritenuto responsabile di fatti accaduti non solo a Gela, ma anche a Busto Arsizio e Roma

Proprio nella Capitale aveva stabilito la residenza. Ed è da qui che, dal 2014 in poi, Rinzivillo «inizierebbe a recarsi sempre più spesso a Gela», con il chiaro intento di «riprendere le redini delle attività illecite». Gli inquirenti ritengono successivo al 2013 – anno in cui esce dal carcere – il momento in cui Salvatore ottiene l’investitura dai fratelli. Il compito è quello di rafforzare il potere della famiglia sul territorio. Non solo siciliano, ma anche nazionale e internazionale, con referenti scovati anche in Germania

L’acquisizione della reggenza avviene in una fase in cui il 57enne non è più uomo d’onore da parecchio tempo. Lo status infatti viene meno nel 2002, otto anni dopo l’affiliazione e alla fine della faida nella città nissena tra i Rinzivillo e il gruppo avversario degli Emmanuello, che vede vittoriosi questi ultimi. Ad acconsentire a posare Salvatore è il fratello Antonio, che a sua volta cede la guida della famiglia al latitante Daniele Emmanuello. Il non essere più uomo d’onore, però, non avrebbe limitato lo spessore criminale del 57enne. «Nonostante fosse stato posato, il protagonismo nella gestione degli affari illeciti – scrive il gip David Salvucci – non venne mai meno».

A tale protagonismo, nelle oltre 1400 pagine dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, si fa cenno in più di un’occasione. Si tratta di fatti accaduti in periodi in cui Rinzivillo, pur non essendo ancora al vertice della famiglia, gode comunque di autonomia. Come nel caso in cui – stando a quanto raccontato dal collaboratore di giustizia Emanuele Terlati – Salvatore lo avrebbe incaricato di uccidere un uomo perché si era rifiutato di accompagnarlo a Roma con la propria auto. La suscettibilità del 57enne si sarebbe manifestata – racconta il collaboratore Rosario Vizzini – anche nella decisione di fare incendiare la casa di un imprenditore, dopo che quest’ultimo, pressato dalle continue richieste di denaro, aveva osato «dirgli che non gradiva la sua presenza». Rinzivillo, inoltre, avrebbe vantato importanti conoscenze – e le operazioni di ieri lo testimoniano con l’arresto di due carabinieri e un avvocato – capaci di ritardare la trattazione dei processi in Cassazione

Soltanto alcune delle sfaccettature della personalità del reggente mafioso arrestato ieri. Che pur non disdegnando le dimostrazioni di potere, non avrebbe mai dimenticato di portare rispetto ai fratelli carcerati. È l’inizio di giugno 2016 quando Salvatore chiede ai familiari di fare avere a Ginetto il certificato di morte del padre. Per gli inquirenti si tratterebbe soltanto dell’ennesimo espediente per agevolare le comunicazioni coi fratelli, consapevole che in quella circostanza «avrebbe potuto fare il colloquio in carcere senza la schermatura del vetro». 


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Il 57enne, secondo gli inquirenti, avrebbe preso le redini della famiglia mafiosa di Gela dopo che i più stretti familiari sono stati condannati all'ergastolo e a 30 anni. Il curriculum criminale è comunque importante: dall'affiliazione a Cosa nostra avvenuta in carcere alla posata dopo la faida con gli Emmanuello

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Leonardo Caffo, catanese. Fumettibrutti (Josephine Jole Signorelli), catanese. Fulvio Abbate, palermitano. La Sicilia contro Chiara Valerio. È la Sicilia, infatti, a essersi resa protagonista dell’abbattimento delle statue raffiguranti Chiara Valerio, iniziando la rivolta contro il regime amichettistico sotto il quale viviamo.Ricapitolando.Chiara Valerio, scrittrice, editrice, attivista, radiofonica, televisiva, premiata, capa assoluta di una certa parte del […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]