Sala d’Ercole approva anche la legge ‘Antiparentopoli’ di comune accordo con il Commissario dello Stato? I dubbi di costituzionalità di Assenza (Pdl)

Sala d’Ercole ha approvato anche la legge cosiddetta ‘Antiparentopoli’ con 55 voti favorevoli, 3 contrari e 5 astenuti. E’ la legge che sancisce alcune incompatibilità tra il ruolo di parlamentare regionale e altri ruoli (per esempio, un titolare di enti o società che operano nella formazione professionale).

Avremo modo per esaminare il testo approvato. Ma già infuriano le polemiche. Perché del tanto parlare che si è fatto in queste settimane di tale argomento sarebbe rimasto ben poco.

Il testo di questa legge è il sofferto risultato di una serie di riscritture da parte del Governo dopo il Commissario dello Stato – che ormai partecipa attivamente con i deputati di Sala d’Ercole alla stesura delle leggi (si tratta di un’innovazione ‘autonomista’…) – ha minacciato di impugnarla. In effetti, al di là dell’ironia, si tratta di un terreno ‘scivoloso’, se è vero che una legge regionale in questo ambito rischia toccare prerogative che spettano allo Stato e, quidi, di risultare incostituzionale.

Bene o male, una legge l’Ars l’ha approvata. La norma disciplina i rapporti dei parlamentari verso società ed enti legati alla Regione. O, per meglio dire, finanziati dalla Regione (è il caso della formazione professionale). La legge introduce casi di ineleggibilità e prevede, in caso di mancato rispetto delle norme, la decadenza dalla carica di parlamentare dell’Ars.

I vincoli si estendono anche al presidente della Regione (che peraltro fa parte di Sala d’Ercole) e ai componenti della Giunta.  I deputati avranno 90 giorni di tempo per rimuovere le cause d’incompatibilità, mentre gli assessori dovranno rimuoverle in 30 giorni.

Critiche le opposizioni. Per Santi Formica, della Lista Musumeci, “questa norma tutto è tranne che una cosa seria. E’ il risultato di una conferenza stampa e di un annuncio, non ha nessuna efficacia e con l’annunciato ddl antiparentopoli non ha nulla a che fare”.

Per il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri, si tratta di una “legge spaventapasseri”. In pratica, una farsa.

Critico anche Vincenzo Figuccia, del Partito dei Siciliani-Mpa: “Quando abbiamo iniziato dibattito su questa norma – dice Figuccia – ci siamo appassionati e abbiamo cercato di renderla concreta ed attuabile, contribuendo ai lavori della prima Commissione, che ha fatto un ottimo lavoro. Una volta che il disegno di legge è approdato in Aula quel lavoro è però andato perso, con una norma che è solo l’immagine sbiadita di ciò che avrebbe dovuto essere. Questa che arriva in Aula è una norma ripulita, anestetizzata. Priva di ogni vero provvedimento contro i parenti e gli amici, restano norme ridicole prive di significato amministrativo e politico”.

“Con i nostri emendamenti, talmente logici ed ovvi da risultare inaccettabili per il Governo – aggiunge Figuccia – abbiamo provato a migliorare il testo, ma non restano che poche cose… una legge che prevede l’incompatibilità con la bocciofila ma non impedisce i favoristimi e i clientelismi. Ci chiediamo dove siano coloro che si erano detti felici di una vera norma contro parentopoli. Dove sono i Grillini di fronte alla vuotezza di questa legge?”.

Critico anche il parlamentare del Pdl, Giorgio Assenza che, nel suo comunicato, parla anche di ‘incostituzionalità. “Come volevasi dimostrare – dice Assenza – la legge Antiparentopoli, affrettatamente varata con il sostegno della maggioranza, si appalesa come un grande papocchio: anticostituzionale, demagogica e inutile”.

Di diverso avviso il capogruppo del Pdl all’Ars, Nino D’Asero.  “Pur costatando  – dice D’Asero – che, in corso d’opera, il disegno di legge Antiparentopoli ha subito rimaneggiamenti che hanno, in qualche modo, stravolto lo spirito originario della legge, pur tuttavia, l’abbiamo votato favorevolmente considerandolo il primo passo verso il varo di un codice etico che cancelli ogni ombra sulla pubblica amministrazione e sulla politica”.

“Posto – spiega – che esca indenne, ma nutro forti dubbi, dalla scure del Commissario dello Stato, questa legge, così com’è stata formulata, non solo non impedisce i favoritismi, evidenziati dalle inchieste di parentopoli, ma, quel ch’è peggio, inquadra come incompatibili con la carica di deputato coloro che sono anche semplici iscritti (soci) di associazioni onlus come, ad esempio, l’ Associazione ciechi, discriminando così i disabili”.

 

 


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