La denuncia arriva dall'associazione etnea degli autisti soccorritori. Che lamenta di trovare l'accesso al pronto soccorso ingolfato dalle vetture degli utenti così come gli stessi spesso occupano gli stalli riservati a mezzi di soccorso e personale. «È una mancanza di sensibilità», commenta la dirigente del 118 Isabella Bartoli
S. Bambino, accesso ambulanze bloccato da auto «Si perdono i minuti che servono a salvare le vite»
L’efficienza del servizio di 118 si gioca sul filo dei minuti, ragion per cui spesso i soccorritori devono combattere contro il tempo e gli imprevisti. Uno di questi ultimi si registra all’ospedale Santo Bambino di Catania dove l’ingresso alla struttura è quotidianamente occupato dalle automobili, parcheggiate davanti al cancello dagli utenti. Una situazione che può rallentare di almeno 15 minuti la partenza di un mezzo di soccorso. Un tempo pari a quello che gli autisti soccorritori sono costretti a perdere quando trovano il cortile della plesso ingolfato dalle vetture dei fruitori, nonostante gli stalli siano espressamente riservati ai mezzi di soccorso e a quelli del personale. «Ci appelliamo al buon senso del cittadino e chiediamo che chi di dovere risolva il problema», commenta il responsabile dell’associazione etnea di categoria, Stefano Casabianca. «È una questione di maleducazione e di mancanza di sensibilità della gente. Segnalerò la criticità al direttore generale dell’azienda ospedaliera Paolo Cantaro», dichiara Isabella Bartoli, responsabile della centrale operativa del 118 per le provincie di Catania, Ragusa e Siracusa.
«Durante i turni di servizio al Santo Bambino abbiamo problemi ad accedere al pronto soccorso per le macchine parcheggiate a ridosso della camera calda, così come difficile è a volte uscire dal cancello», spiega Casabianca. Una storia di sosta selvaggia che in questo caso però rischia di «rendere insicuro lo svolgimento del servizio, facendo perdere minuti che possono essere preziosi per salvare una vita», continua il responsabile catanese dell’associazione italiana autisti soccorritori. La denuncia di Casabianca, portata attraverso una nota all’attenzione della dirigenza del 118 e dell’azienda ospedaliera, si condisce di dettagli importanti. «Al Santo Bambino c’è l’unità di terapia intensiva e neonatale (Utin), e un centro di riferimento per il servizio Sten, quello deputato al trasporto d’emergenza dei neonati. Le persone si rendono conto di cosa significa non potere partire subito dall’ospedale o no potervi entrarvi immediatamente per via di una macchina messa male?», domanda Casabianca. Un problema che costringe i soccorritori «a manovre assurde, a dover uscire in retromarcia o mettersi al telefono con i vigili urbani», precisa.
L’appello dei sanitari è «al buonsenso del cittadino. È nell’interesse di tutti che un’ambulanza sia messa nelle condizioni di arrivare immediatamente dove serve», dice Casabianca. Per lui la criticità del Santo Bambino va risolta in fretta «evitando che per agire debba scapparci prima il morto». «Ho segnalato questo problema centinaia di volte», interviene la direttrice della centrale operativa Isabella Bartoli. «La direzione ospedaliera ha provveduto con comunicazioni e segnalazioni ma le persone continuano a lasciare la macchina dove capita», racconta la responsabile del 118. Per lei la questione è comportamentale e rientra nella «maleducazione del cittadino». Di cui è espressione, a suo dire, anche un’altra criticità riscontrata dalle squadre del pronto soccorso in servizio, ovvero «la costante occupazione da parte dei veicoli ordinari delle corsie d’emergenza», spiega Bartoli. Che conclude: «Provvederò personalmente a farmi portavoce con la direzione sanitaria di questi nodi».