Le pale meccaniche sono intervenute per effettuare dei lavori di pulizia. L'associazione SiciliAntica ha presentato un esposto al Comune di Campofelice e alla Soprintendenza per i Beni culturali. «Non c'è nessun tipo di sorveglianza e fino a ora non abbiamo ricevuto alcuna risposta»
Ruspe accanto al borgo medievale di Roccella «Danneggiata area di interesse archeologico»
Attivare tutte le procedure affinché i territori adiacenti al borgo medievale Roccella, a Campofelice, diventino pubbliche, allo scopo di tutelare il patrimonio archeologico che insiste in tutta l’area. È questa la richiesta contenuta in un esposto presentato dall’associazione SiciliAntica al Comune e alla Soprintendenza dei Beni culturali, dopo che nella zona, in un’area a fianco del borgo, un privato avrebbe effettuato operazioni di pulizia utilizzando anche delle ruspe.
«Non c’è stata sorveglianza né da parte del Comune, né della Soprintendenza per i Beni culturali», dice Domenica Barbera, che per conto dell’associazione ha presentato la denuncia. «Le ruspe hanno danneggiato l’area del borgo medievale dove sono presenti dei frammenti di interesse archeologico. Intervenendo con le pale meccaniche hanno danneggiato lo strato medievale di questo borgo. Bisognerebbe vigilare, ma nessuno se ne occupa». Da qui la decisione dell’associazione di procedere con l’esposto, che critica l’assenza delle istituzioni: «Abbiamo denunciato il fatto a fine luglio, ma fino ad ora non è arrivata alcuna risposta. È una vergogna che il borgo medievale di Roccella venga violentato in tutta la sua importanza storica e culturale con le ruspe per pulirlo dalle erbacce e dai canneti che ricoprono l’area archeologica».
«Agendo con le ruspe – afferma Alfonso Lo Cascio, anche lui componente del direttivo – si rischia di intaccare il patrimonio archeologico e, quindi, di cancellare la memoria storica di questi luoghi. Sono strumenti non adatti per un luogo come questo. Chiediamo l’intervento del Comune e della Soprintendenza per verificare se le procedure utilizzate per la pulizia siano adeguate. Inoltre – conclude – chiediamo che vengano avviate le procedure perché l’intera area diventi patrimonio pubblico».