In contesti segnati da difficoltà socio-economiche, come diverse zone della città di Palermo, si dovrebbe favorire la proliferazione delle attività sportive, che rappresentano una concreta possibilità di emancipazione personale per i giovani palermitani. Lo sport per tanti bambini rappresenta anche una via d’uscita dalla povertà, dall’emarginazione, dalla criminalità giovanile e dal disagio familiare. Eppure, a […]
Il Rugby Palermo cerca campo: «In queste condizioni, la promozione in serie B è impossibile»
In contesti segnati da difficoltà socio-economiche, come diverse zone della città di Palermo, si dovrebbe favorire la proliferazione delle attività sportive, che rappresentano una concreta possibilità di emancipazione personale per i giovani palermitani. Lo sport per tanti bambini rappresenta anche una via d’uscita dalla povertà, dall’emarginazione, dalla criminalità giovanile e dal disagio familiare. Eppure, a Palermo ci sono realtà sportive che vengono ostacolate, anziché promosse e supportate. «Noi siamo dei nomadi dal 2011, cioè da quando abbiamo aperto l’associazione Rugby Palermo. Non abbiamo mai avuto un campo – ha raccontato a MeridioNews Stefano Massari, presidente della società – Nel 2016 il Consiglio comunale ha deliberato che ci avrebbero concesso il campo Malvagno che si trova all’interno del parco della Favorita. Pensavamo di entrare subito, invece non è mai successo». Nel 2021, il Comune ha firmato una convenzione con la federazione nazionale rugby (Fir), che prevendeva di realizzare un centro sportivo di riferimento per il Sud. Il progetto è stato finanziato dalla federazione con un milione e mezzo di euro.
«Questo progetto purtroppo non è mai partito e non ne sappiamo più nulla. Ci sono delle diatribe con la Soprintendenza e la viabilità – racconta Massari – I campi Malvagno, essendo all’interno del parco della Favorita, sono soggetti a tanti vincoli. Io pensavo che qui sarebbe stato tutto più facile, perché il campo esiste già, invece a Palermo è sempre tutto difficile, perché non vogliono far crescere erba. Da quando abbiamo avuto la concessione nel 2021 – continua il presidente – non ci è stato possibile fare nulla, ma la concessione scadrà nel 2030, quindi chiediamo di riuscire finalmente a portare avanti il progetto per i nostri bambini e ragazzi». Finanziato dalla Federugby, il piano operativo prevede la ristrutturazione totale del campo, con la costruzione di palestre e spogliatoi attrezzati, che permetterebbe anche ai ragazzi della Rugby Palermo di fare il salto di qualità in serie B. Invece, a un mese dall’inizio del campionato, non hanno neppure un campo in cui allenarsi. «Non ci possiamo permettere un avanzamento di categoria per la mancanza del campo, perché si tratta di un campionato nazionale e ci sono altre esigenze, come allenarsi quattro volte a settimana invece di tre – spiega ancora Massari – Inoltre, dobbiamo ospitare i club house che vengono a giocare con noi e servono luoghi idonei .Ci vorrebbe anche una palestra – aggiunge – È normale che sei fai un salto di categoria, anche ai ragazzi devi dare un plus».
Per l’ennesimo anno, quindi, il club palermitano si sta arrangiando come può: «I bambini si alleneranno nello spazio davanti a villa Florio, dove c’è lo stadio delle Palme. Non abbiamo alternative, se non quella di chiudere definitivamente – riferisce con amarezza Massari – Con i ragazzi più grandi, l’anno scorso siamo stati ad Altofonte (in provincia di Palermo, ndr), ci allenavamo al campo don Pino Puglisi che è stato preso in gestione dal Cus per tre anni. Quest’anno, a quanto pare, hanno concesso la deroga per un altro anno, quindi ci hanno telefonato per dirci che non abbiamo nemmeno più lo spazio perché l’hanno affittato a un’altra scuola di calcio. Adesso – aggiunge il presidente della società – stiamo visionando due campi: uno a Carini e un altro che sta all’interno del centro ospedaliero Ingrassia. Si tratta di un campo abbandonato, nessuno lo utilizza e stiamo cercando di contattare il responsabile del patrimonio dell’Asp per vedere cosa si può fare».
La squadra di rugby palermitana per fortuna non è sola, infatti sono state tantissime le manifestazioni di solidarietà arrivate dalle altre società, che si sono anche proposte di cedere il proprio campo in occasione delle gare: «Il problema della mancanza del campo non è solo per allenarci, ma anche per le partite – chiarisce Massari – L’altro giorno, mi ha chiamato Andrea Lo Celso (il figlio del presidente del Nissa rugby) e mi ha detto che, se abbiamo problemi, ci daranno il loro campo per disputare le gare domenicali. Mi hanno offerto anche il loro aiuto Catania, Caltanissetta e Trapani. La cosa bella è che tra di noi ci aiutiamo molto». In questo caso, il Rugby Palermo potrebbe usare il campo di Caltanissetta, ad esempio, e designarlo come il proprio campo di casa, ma in realtà la squadra dovrà arrivare sempre fino a lì per giocare. «Cerchiamo spazi per poter far giocare a rugby i bambini dall’età di sei anni fino ai 14, ma anche gli adulti dai 16 ai 42 anni – conclude – Lanciamo un appello affinché qualcuno possa aiutarci ad avere finalmente una campo tutto nostro».