Un cancelliere dell'ufficio giudiziario in manette e la sua compagna (direttore amministrativo della cancelleria della sezione Gip) invitata a comparire per essere interrogata. La coppia, Nello Maiolino e Maria Pulvirenti, è accusata di aver rivelato segreti d'ufficio ad alcuni esponenti di spicco del clan Triglia di Noto
Rivelavano segreti d’ufficio ai boss Indagini su due funzionari del Tribunale
Ha riferito più volte notizie coperte dal segreto d’ufficio a persone sottoposte a intercettazioni. Con questa accusa è stato arrestato un cancelliere del Tribunale di Catania, Sebastiano Maiolino, detto Nello. L’ordinanza di custodia cautelare, emessa ieri dalla Direzione distrettuale antimafia, è stata disposta anche per Waldker Albergo – pregiudicato, già in carcere – accusato anche di associazione mafiosa per aver fatto parte e diretto il clan Triglia di Noto. Gli altri reati contestati a entrambi sono rivelazione di segreto di ufficio e favoreggiamento personale con l’aggravante mafiosa.
Oltre alle due ordinanze cautelari, è stata invitata a comparire per essere interrogata dagli inquirenti anche la compagna di Maiolino, Maria Pulvirenti. Una posizione delicata quella della donna, direttore amministrativo della cancelleria della sezione Gip del Tribunale etneo. Maria Pulvirenti è accusata di aver preso parte lei stessa assieme al compagno alla rivelazione di segreti d’ufficio a Giovanni Cassarino, pregiudicato di Avola, membro anche lui del clan Triglia.
Secondo i magistrati Maiolino, grazie al suo posto all’interno del Tribunale etneo, ha messo al corrente il capo storico del clan siracusano, Antonino Triglia detto Pinuccio Pinnintula, di essere sottoposto a intercettazione ambientale. A fare da tramite Waldker Albergo e la moglie del boss, Nunziatina Bianca.
Le indagini della Dda – attraverso intercettazioni e sorveglianza – hanno appurato che la fuga di notizie ha favorito sempre soggetti dell’area della provincia di Siracusa, tutti legati in maniera più o meno diretta al clan Triglia. Considerati i ruoli importanti ricoperti sia da Maria Pulvirenti che da Nello Maiolino è stato molto complesso procedere agli accertamenti che – assicura la Procura etnea – hanno escluso il coinvolgimento di altri dipendenti della struttura.